
Cuore di mamma, positività al covid è devastante, sintomatica o no
di Saschia Soli
Sveglia ore 3 del mattino, mi è stato impossibile riaddormentarmi. Una giornata quella di ieri pesante, mia figlia di nuovo con malesseri generalizzati, la notizia di una morte annunciata, sempre a causa del nostro amico, l’attesa del risultato dell’ennesimo tampone unita alla consapevolezza della positività (reiterata) di mia figlia.
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Vivere così non è facile, al di là delle forze che uno reperisce quotidianamente per andare avanti, e certamente a farne le spese sarà l’equilibrio psicofisico di tutti gli attori di questo triste spettacolo. Il motivo del mio risveglio è stato un sogno, significativo e premonitore. Ho riconosciuto i corridoi dell’ospedale del nostro capoluogo, illuminati da una luce bianca che proveniva dall’esterno.
Io, sola in un letto grande ma senza mia figlia, di fronte a me un’amica che stava male. All’improvviso mi salta addosso la figlia della mia amica e le raccomando di non separarsi dalla madre e di ritornare immediatamente da lei, mi affaccio alla finestra e vedo il marito della mia amica in fila, probabilmente con altre persone, con il viso molto turbato.
- Ovvio che l’assenza di mia figlia e la voglia di cercarla mi ha fatto svegliare per non riaddormentarmi più.
I risultati sono arrivati pochi minuti fa e si, lei è ancora positiva come già sapevo. Ho scritto questo post non per avere like, che sinceramente mi servono a poco, ma per far comprendere quanto sia devastante la positività, sintomatica e non, per chi la vive in prima persona o come congiunto di un positivo, e per invitare tutti ad avere condotte misurate in questo periodo orribile, perché non è un gioco e non è uno scherzo, di fatto oggi siamo spettatori di una nuova selezione della specie che colpisce, però, in modo casuale.
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