
Viadotto Puleto a rischio crollo, Zaffini, tragedia sfiorata, ora chi paga?
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Un’interrogazione al ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, Danilo Toninelli, è stata presentata dal senatore Franco Zaffini per sapere «se è vero che, come anticipato da organi di stampa, i lavori di risanamento strutturale del viadotto Puleto avrebbero dovuto essere aggiudicati la scorsa primavera e, alla luce di quanto accaduto, cosa ne abbia impedito l’aggiudicazione e l’avvio».
Il question-time – riferisce una nota del senatore di Fratelli d’Italia – aiuterà anche a capire «quale sia, oggi, la tempistica per i lavori». «Gli interventi di risanamento strutturale sul viadotto Puleto nei pressi di Valsavignone al confine tra la Toscana e la Romagna – si legge nel comunicato – avrebbero dovuto essere avviati nella scorsa primavera e quelli sulla viabilità alternativa di Pieve Santo Stefano appaltati entro il 2018. Sembrerebbe, inoltre, che il piano di riqualificazione strutturale sia stato predisposto addirittura quattro anni fa».
Nei giorni scorsi è intervenuto il sequestro richiesto dal procuratore di Arezzo nell’ambito di un’inchiesta sul cedimento di una piazzola della E45 in quanto – scrivono i tecnici – il viadotto sarebbe a rischio collasso. «Il provvedimento della magistratura – spiega Zaffini – ha di fatto tagliato in due il Paese.
La tempestiva realizzazione degli interventi di risanamento strutturale del viadotto, programmati, sembra, a partire dal 2015 ma mai avviati, avrebbe consentito di operare su una corsia mantenendo aperta l’altra, mentre invece, oggi, anche in assenza di lavori di ripristino della viabilità secondaria, i percorsi alternativi comportano aggravi notevoli in termini di tempo e di costi con inevitabili ricadute sui collegamenti ma più in generale sul tessuto economico e produttivo».
Conclude Zaffini: «Erano stati programmati nel 2015, finanziati nel 2016 ma nella sostanza mai eseguiti. La tragedia è stata solo sfiorata, a causa dei ritardi ora ci sono enormi disagi ed enormi aggravi di costi per le imprese del territorio, ora chi paga?».
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