Pugno duro contro i violenti, M5s chiede: “Ritirategli le armi” “Approvato questa mattina, nell’ambito della seduta della IV Commissione Consiliare Permanente, l’ordine del giorno presentato dal Consigliere M5S Stefano Giaffreda, volto a prevenire le violenze famigliari e di genere. L’iniziativa prende spunto da ciò che sta accadendo in altre città italiane dove le questure hanno elevato al massimo l’attenzione per fronteggiare le violenze domestiche attuando una prevenzione rigorosa e attenta. Tra tutte, la Questura di Treviso, che, nell’ambito dei consueti controlli sulla sussistenza dei requisiti per il porto d’armi, soprattutto per uso sportivo o per la caccia, ha recentemente “disarmato” quasi 70 cittadini, disponendo, nella maggior parte dei casi, la revoca della licenza di porto d’armi. Nella maggior parte dei casi si tratta di uomini protagonisti di violente liti in famiglia, con mogli o fidanzate, o litigi con vicini di casa, seguite da aggressioni e minacce. Situazioni acclarate e documentate da querele di parte e testimonianze, o da interventi delle stesse forze dell’ordine; in 26 casi urgenti, alcuni dei quali riguardavano denunce per stalking, la questura di Treviso ha disposto il ritiro cautelativo della licenza di porto d’armi.
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Illustrando l’ordine del giorno, il Consigliere Giaffreda ha sottolineato come nel nostro ordinamento l’autorizzazione alla detenzione delle armi deve considerarsi eccezionale e le esigenze di incolumità di tutti i cittadini sono prevalenti e prioritarie, per cui il porto d’armi può essere concesso e mantenuto solo nell’ipotesi in cui non sussista alcun pericolo che il titolare possa abusarne.
Poiché in base alla legge qualunque elemento di pericolo giustifica l’esercizio del potere riconosciuto all’autorità di Pubblica Sicurezza, si chiede che questa, nel caso di episodi di stalking, di liti familiari o di vicinato se reiterati o particolarmente violenti, disponga il sequestro cautelativo di pistole o fucili e al ritiro delle relative autorizzazioni, qualora qualcuno tra i coinvolti ne sia in possesso. Non è necessario aver commesso il reato per provvedere al ritiro delle armi, basta una mera conflittualità relazionale per creare il pericolo e quindi procedere cautelativamente.
La discussione in IV Commissione è risultata particolarmente accesa per l’opposizione strenua di alcuni consiglieri, possessori regolari di armi e cacciatori, i quali hanno interpretato tale iniziativa come una fattispecie atta a colpire i detentori di armi tout court.
Interpretazione a dir poco sorprendente se si pensa che il titolo e il contenuto dell’ordine del giorno parlano chiaro e riguardano solo chi detiene delle armi e allo stesso tempo pone in essere comportamenti gravi dai quali si possa desumere la possibilità che il soggetto possa abusarne in futuro. Solo in questo modo si può porre in essere una azione concreta di prevenzione per i continui casi di violenze famigliari e di genere che riempiono le cronache quotidianamente.
L’ordine del giorno, votato a favore da cinque consiglieri (Giaffreda, Rosetti, Pittola, Sorcini, Bistocchi) e contro da quattro consiglieri (Mirabassi, Tracchegiani, Nucciarelli, Felicioni) impegna quindi il Sindaco e Giunta ad attivarsi nei confronti della Prefettura, della Questura e di tutte le Autorità proposte affinché queste intensifichino i controlli sui requisiti per la detenzione di armi, onde scongiurarne il pericolo di abuso, disponendo ogni misura necessaria, compresa l’eventuale revoca della licenza, per tutti quei soggetti denunciati o segnalati – anche dalle stesse autorità, in caso di intervento d’ufficio – per atteggiamenti violenti nei confronti di mogli, compagne, figli o altri famigliari o comunque per comportamenti, anche isolati ma significativi, dai quali si possa desumere una non completa affidabilità in relazione all’uso dell’arma da parte del soggetto che la detiene”.
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