Bettarelli (Pd). La Regione deve fare la sua parte per difendere la “filiera agricola umbra”

Agricoltori in Azione: Un Presidio di Resistenza e Unità

Filiera agricola umbra. Bettarelli. La regione deve fare la sua parte

“Soluzioni concrete, in tempi celeri: è ciò che si aspettano le imprese agricole umbre dalle istituzioni regionali, nazionali ed europee.
Per questo motivo ritengo doveroso che, a seguito dell’audizione tenuta ieri, la Seconda commissione dell’Assemblea
legislativa debba accogliere unanimemente, in una risoluzione, il documento che è stato sottoscritto e consegnato dai rappresentanti del mondo agricolo”. E’ quanto dichiara in una nota il consigliere regionale Michele Bettarelli (Pd – vice presidente dall’Assemblea legislativa).

“E’ del tutto evidente – evidenzia Bettarelli – che l’intero sistema agricolo umbro sta vivendo una delle fasi più critiche e delicate della sua storia e necessita di misure straordinarie per consentire la sopravvivenza di tante aziende. Occorre quindi lavorare congiuntamente affinché le scelte sbagliate che sono state compiute, sia a livello nazionale che europeo, vengano al più presto corrette.

Mi riferisco all’abolizione dell’esenzione Irpef e all’aumento delle tasse, all’esclusione dei canoni agevolati per le rinnovabili, alla cancellazione dell’esenzione contributiva per gli imprenditori under 40, all’inerzia sulle accise del carburante, sull’aumento del caro energia e sul prezzo delle materie prime. Rispetto a questi errori la Regione deve attivarsi nei confronti del Governo nazionale affinché vengano al più presto adottati dei correttivi. Così come a livello europeo, per le misure della Pac che riducono i sussidi e limitano l’utilizzo delle concimazioni”.

“In Umbria – ricorda Bettarelli – nel precedente Psr la misura per l’agricoltura seminativa integrata veniva pagata 225 euro. In quello
attuale 160 euro, con una riduzione del 29%. Com’è pensabile non mettere in campo misure straordinarie anche a livello regionale, quando il gasolio agricolo è passato in tre anni da 0,45 ad un euro al litro e il concime da 50 euro al quintale a 120? Contestualmente a ciò, i prezzi pagati ad allevatori e produttori agricoli sono in discesa, mentre quelli al consumatore aumentano anche oltre il 10%. La grande distribuzione ha le sue colpe ma devono essere promosse delle leggi, sia a livello nazionale che locale, in grado di garantire i produttori.

Esiste una legge nazionale che vieta l’acquisto a prezzi inferiori a quelli di produzione ma Ismea deve svolgere il ruolo attivo per cui è stata pensata, altrimenti le leggi diventano non applicabili. L’agricoltura, oltre ad essere un pilastro dell’economia che è alla base della nutrizione e il sostentamento, in Umbria, ha evidentemente anche una funzione pubblica, soprattutto in quelle aree site in zone collinari e montane, in cui si fa custode dell’equilibrio ambientale e paesaggistico”.

“La Regione dunque – prosegue Bettarelli – deve andare concretamente incontro alle esigenze del mondo agricolo, mettendo in campo misure specifiche, per quanto di competenza, sul fronte dell’accesso al credito agevolato; promuova la costituzione di fondi per favorire i progetti di trasformazione di filiera, interventi da destinare alle zone marginali, di montagna e Pac, alla zootecnia.

Occorre infine intervenire sul fronte delle accise dei carburanti e sulla regolamentazione europea in materia di concimazione in zone vulnerabili e valutare rinvii delle scadenze Psr per le imprese in difficoltà. Ma, aggiungo, serve innanzitutto adottare un sistema semplificato di accesso alle procedure di finanziamento e rendicontazione, che, per molti agricoltori, sono veri e propri ostacoli insormontabili o costi indiretti da sostenere”.

“Chi è stato chiamato dai cittadini ad avere responsabilità di governo, sia a livello regionale che nazionale, oggi più che mai deve dimostrare di avere coerenza, responsabilità e determinazione nel gestire le materie spettanti in campo agricolo, e non può limitarsi a criticare genericamente l’Europa quando le politiche comunitarie sono comunque il frutto di una contrattazione con gli Stati membri e le Regioni stesse.

Gli agricoltori – conclude – si aspettano dalla politica fatti e risposte concrete, altrimenti
basterebbero tecnici e funzionari”.

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