
Il corpo del pilota, Masssimo Giua, individuato sulle Prealpi svizzere
Il corpo di Massimo Giua, il pilota umbro di 63anni residente a Castiglione del Lago, è stato individuato. Intorno alle 14 di ieri gli esperti soccorritori si sono calati con i verricelli dall’elicottero e hanno raggiunto il pilota disperso da mercoledì. Il corpo senza vita era poco distante dai resti dell’aeroplano. Il comandante Giua era alla guida del Cessna 208 Caravan che è precipitato mercoledì sulle Prealpi orientali svizzere. L’elicottero, utilizzato da una di alpinisti per calarsi sul posto con un verricello, si è potuto approntare solo ieri pomeriggio. Condizioni climatiche proibitive aggravate dal fatto che il luogo dello schianto è di difficilissimo accesso. Proprio questa difficoltà ha reso l’operazione di recupero del cadavere estremamente complessa, tant’è che per portare a termine la triste opera servirà parecchio tempo. Il pilota castiglionese era diretto all’aeroporto del Molin Bianco di Arezzo.Pilota disperso, individuato aereo caduto sulle Alpi, si trova in fondo a un canalone
«A bordo del Cessna Caravan 208 disperso sulle alpi svizzere c’era Massimo Giua, 63 anni, assai conosciuto e stimato nell’ambiente», così scrive il giornale online: Congedati Folgore che aggiunge: “Era membro dell’Aeroclub Etruria e specializzato nel lancio di paracadutisti. Il Caravan 208 era partito da Siegen (Germania) con rotta per l’aeroporto di Arezzo, ma è precipitato sulle Alpi Svizzere nella giornata di mercoledì”.
L’aereo aveva volato da Arezzo lunedì mattina per effettuare un controllo tecnico in Germania. Il proprietario è lo stesso dell’aereo gemello (D FLEC) precipitato nel giugno del 2021 nel Mare del Nord. ( leggi)
«Doveva rientrare mercoledì – scrive ancora Congedati Folgore -, ma le sue tracce sul radar si sono perse intorno alle 10.30 del 30 marzo.
Secondo quanto appreso il Cessna sarebbe precipitato sul Monte Grenzchopf tra i cantoni di Appenzello e San Gallo mentre volava a una quota di circa 7.100 piedi e a 166 nodi di velocità. Tra le cause dell’incidente forse le condizioni meteorologiche avverse fra cui la nebbia, nonostante fosse dotato del sistema IFR che consente di volare anche con scarsa visibilità.
Decine di messaggi lo hanno ricordato ieri sulle pagine dei siti sociali. “Il pilota – spiega il presidente dell’Aeroclub Etruria Gianluca Gaini –era molto esperto e lanciava normalmente paracadutisti sportivi”.
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