
Assemblea Legislativa, approvato il piano triennale di prevenzione della corruzione 2017-2019 L’Ufficio di presidenza dell’Assemblea legislativa dell’Umbria ha approvato il ‘Piano triennale di prevenzione della corruzione 2017-2019’ il cui contenuto è disponibile dal 31 gennaio nel sito web istituzionale all’indirizzo: https://goo.gl/Y5WptF.
Il documento è stato elaborato dalla Segreteria generale di Palazzo Cesaroni, diretta da Stefano Mazzoni ed è il frutto del lavoro congiunto dei principali Servizi dell’Istituzione. Prima dell’adozione definitiva, l’elaborato è stato sottoposto ad una consultazione pubblica, terminata lo scorso 25 gennaio, cui hanno partecipato 14 dipendenti della struttura dell’Assemblea legislativa che hanno fornito osservazioni e proposte di modifica o integrazione, alcune delle quali accolte nel testo definitivo.
La presidente dell’Assemblea legislativa, Donatella Porzi, ha espresso la propria “soddisfazione” per l’approvazione di un documento “di grande civiltà giuridica e istituzionale che si interseca con tutte le principali attività e i programmi dell’Assemblea legislativa, in linea con le direttive del Piano nazionale anticorruzione e dell’Anac. Rinnoviamo anche con questo atto il nostro impegno per favorire la legalità e la trasparenza – sottolinea Porzi –, con una azione concreta ed efficace di prevenzione e contrasto di ogni forma di corruzione. Un ringraziamento particolare agli uffici dell’Assemblea che, con un accurato lavoro, ci hanno messo a disposizione uno strumento di alta qualità”.
SCHEDA DEL PTPC 2017-2019 Il PIANO TRIENNALE DI PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE (https://goo.gl/Y5WptF) è un documento programmatorio per la cui elaborazione ed adozione sono state seguite le indicazioni contenute nel Piano nazionale anticorruzione (P.N.A.) così come finora aggiornato dall’ANAC, l’Autorità nazionale anti corruzione, e contiene previsioni e misure cui deve darsi concreta attuazione in modo coordinato rispetto al contenuto di tutti gli altri strumenti di programmazione presenti nell’amministrazione e, innanzi tutto, rispetto al Piano della performance, col quale deve essere realizzato un collegamento effettivo e puntuale.
Gli obiettivi strategici previsti sono: ridurre le opportunità che si manifestino casi di corruzione; aumentare la capacità di scoprire casi di corruzione; creare un contesto sfavorevole alla corruzione. La corruzione va intesa in senso molto ampio, comprensivo non solo dell’intera gamma dei reati contro la pubblica amministrazione, ma anche di tutte quelle situazioni in cui, pur non verificandosi un comportamento (attivo o passivo) penalmente rilevante, si realizza una distorsione dell’azione amministrativa, a causa di un condizionamento improprio da parte di interessi particolari. Ciò comporta un pregiudizio alla cura dell’interesse pubblico e all’affidamento dei cittadini nell’imparzialità delle amministrazioni e dei soggetti che svolgono attività di pubblico interesse. Il Piano si prefigge quindi di realizzare un contesto sfavorevole ad atti e comportamenti che, anche se legittimi da un punto di vista formale, possono essere frutto di pressioni improprie, che pregiudicano l’imparzialità dell’attività amministrativa.
L’imparzialità che si vuole garantire è sia quella oggettiva, cioè volta ad assicurare le condizioni organizzative che consentono scelte imparziali, sia quella soggettiva del funzionario, per ridurre i casi di ascolto privilegiato di interessi particolari in conflitto con l’interesse generale. Per raggiungere detti obiettivi è stato progettato un sistema organico di misure, non solo organizzative, che oltre a scongiurare fenomeni di cattiva amministrazione è anche in grado di migliorare l’efficienza complessiva dall’attività dell’Ente.
Nel dettaglio, il Piano prevede la mappatura di tutte le attività, la valutazione del rischio, l’individuazione dei comportamenti a rischio di corruzione, le misure di prevenzione e la loro integrazione con gli strumenti di programmazione strategica, gestionale e di valutazione del personale, che viene formato e dispone di un Codice di comportamento. Tra le misure di prevenzione: obbligo di astensione in caso di conflitto di interesse; rotazione del personale; disciplina del conferimento di incarichi d’ufficio e di autorizzazione di incarichi extra-ufficio; formazione di commissioni, assegnazioni agli uffici, conferimento di incarichi in caso di condanna per delitti contro la P.A.; tutela del dipendente che segnala illeciti.
Vi sono poi misure di prevenzione specifiche in determinate aree: contratti pubblici, area acquisizione, gestione e progressione del personale, area gestione entrate, spese e patrimonio; attività a supporto delle finalità istituzionali dell’Assemblea legislativa e del Corecom. Una sezione specifica è dedicata alla Trasparenza, allo scopo di tutelare i diritti dei cittadini; promuovere la partecipazione degli interessati all’attività amministrativa; favorire forme diffuse di controllo sul perseguimento delle funzioni istituzionali e sull’utilizzo delle risorse pubbliche.
Il Piano triennale di prevenzione della corruzione e la strumentazione conseguentemente e coerentemente messa a punto per l’implementazione dello stesso, intendono superare la logica dell’adempimento – condizione necessaria, ma non sufficiente ai fini del cambiamento – per innescare processi virtuosi di miglioramento continuo che interessino e coinvolgano l’intera struttura organizzativa dell’Ente. Dunque l’implementazione del Piano costituirà un’opportunità di grande valenza per integrare le finalità di prevenzione della corruzione e di trasparenza della gestione, che lo ispirano, con l’obiettivo strategico di cambiamento culturale e comportamentale dei componenti la struttura organizzativa.
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