Chi vuole il gas russo lo dovrà pagare in rubli, lo ha detto Vladimir Putin

Dopo la notizia, il rublo ha recuperato valore alla Borsa di Mosca

Ucraina: Ue divisa su pagamento gas in rubli

Chi vuole il gas russo lo dovrà pagare in rubli, lo ha detto Vladimir Putin

Contromossa russa alle sanzioni: chi vuole acquistare il gas russo lo dovrà pagare in rubli. L’annuncio arriva direttamente da Vladimir Putin, la Russia non accetterà più pagamenti in dollari ed euro per il suo gas consegnato in Europa. La misura, viene spiegato, riguarderà solamente i paesi “ostili”. E – ha detto Putin – deve essere attuata “il prima possibile“.  Il Governo e la banca centrale russi hanno una settimana di tempo per risolvere la questione dal punto di vista tecnico.


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Putin assicura che i contratti di fornitura saranno comunque rispettati, “continuereremo a fornire gas naturale in base ai volumi, ai prezzi e ai principi di tariffazione fissati nei contratti conclusi in precedenza”. Tuttavia, il congelamento degli asset effettuato con le sanzioni ha distrutto la fiducia di Mosca.

Dopo la notizia, il rublo ha recuperato valore alla Borsa di Mosca e il prezzo del gas ha ripreso a correre. “La richiesta di pagamento in rubli ha fatto salire il prezzo del gas di 15 euro/MWh” afferma il Presidente del Consiglio, Mario Draghi, nel suo intervento in aula al Senato. Questo dato aggiorna e modifica quanto detto questa mattina da Draghi alla Camera: “Il prezzo spot del gas sul mercato europeo oggi è dimezzato rispetto alle punte di circa 200euro/MWh raggiunte l’8 marzo”.

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La Commissione europea ha preso oggi alcune decisioni relative alla sicurezza degli approvvigionamenti per il prossimo inverno, tra cui misure sugli stoccaggi di gas, l’opportunità di creare insieme una task force per gli acquisti comuni di gas sul mercato internazionale prendendo esempio da quella che ha agito per l’acquisto dei vaccini anti-Covid, l’opzione di un tetto al prezzo del gas e soluzioni per limitare l’effetto di traino del prezzo del gas all’ingrosso sulle bollette dell’elettricità di consumatori e imprese.

 

1 Commento

  1. Della situazione in cui il Paese si trova dobbiamo ringraziare quelle “anime pie” che con il referendum sul nucleare hanno causato la chiusura delle quattro centrali nucleari italiane. Con quello scellerato referendum nel 1987 abbiamo dichiarato lo stop all’energia “prodotta in casa” cosa che invece non hanno fatto altri Paesi con noi confinanti. La Francia, in particolare, dalla quale acquistiamo energia elettrica, ha ben 19 centrali nucleari, ma anche la Svizzera ne ha 5 e 1 la Slovenia. Poi è stato detto NO al carbone, NO all’estrazione del gas nel mare Adriatico, NO ai rigassificatori, NO ad altre centrali idroelettriche, NO a tutto. Ed ora quindi per quanto riguarda l’approvvigionamento energetico dipendiamo da altri Paesi che ci possono tenere sotto scacco, come sta facendo il neo-Zar Putin. Negli ultimi 40 anni siamo stati vittime dei “verdi” (verdi fuori, ma rossi dentro, come i cocomeri) degli “ambientalisti” e recentemente dei seguaci della Greta Thunberg (soprannominati “gretini”) che con le loro manifestazioni di piazza ci vorrebbero riportare al Medioevo (la famosa decrescita felice). E quindi è grazie anche a loro, oltre che a tutti i governi degli ultimi 40 anni che non hanno creato le basi per garantire al Paese un’essenziale autosufficienza energetica, se ora ci troviamo in “braghe di tela” e addirittura potremmo dover tornare al carbone, come ha detto il Premier Draghi.

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