Indagine congiunturale Unioncamere Umbria, luci ed ombre 

Il commercio fatica ad uscire dalla crisi, anche se non mancano valori positivi per la grande distribuzione

Indagine congiunturale Unioncamere Umbria, luci ed ombre 

Indagine congiunturale Unioncamere Umbria, luci ed ombre 

L’indagine di Unioncamere Umbria realizzata su un campione di 262 imprese operanti nel settore del manifatturiero e 155 imprese della piccola e grande distribuzione per il commercio evidenzia come i segnali di incertezza già manifestatosi all’inizio del 2017, proseguano anche nel secondo semestre.

Come sottolinea il presidente di Unioncamere Umbria Giorgio Mencaroni “L’anno in corso prosegue con luci e ombre a seconda dei settori e dei vari andamenti esaminati, e questi risultati devono motivarci ancora di più a sostenere le nostre imprese e ad aiutarle nel cammino intrapreso per uscire dalla crisi che ormai le tiene in ostaggio da troppo tempo”.

Non mancano segnali positivi: bene la produzione, gli ordinativi esteri e l’occupazione sia nel confronto tendenziale che congiunturale.

A livello settoriale sono le industrie del legno, le industrie chimiche, e le industrie dei metalli quelle che registrano maggiormente valori positivi. Continua invece la sofferenza delle piccole imprese, e delle imprese del comparto artigiano, mentre i valori sono per lo più positivi per le imprese dai 10 ai 49 addetti e per quelle con oltre 50 addetti. Il commercio fatica ad uscire dalla crisi, anche se non mancano valori positivi per la grande distribuzione.

Di seguito, in sintesi, i risultati dell’indagine

Manifatturiero

La produzione segna un +0,9% rispetto al trimestre scorso e un positivo +1,5% rispetto allo stesso trimestre del 2016.

Dati positivi sia a livello congiunturale che tendenziale per le industrie dei metalli, industrie chimiche, del legno e del mobile, mentre hanno il segno più, ma solo nel confronto con il primo trimestre 2017, le industrie meccaniche, elettriche e altre industrie; risultati solo negativi per le industrie alimentari. Soffrono le piccole imprese e il comparto artigiano.

Il fatturato confrontato con il trimestre precedente segna un -0,7% anche se sono solo tre i settori con valori negativi ed esattamente altre industrie (-0,8%), industrie del legno (-3,6%) e industrie alimentari (-7,1%); a livello dimensionale si registrano valori positivi per le imprese dai 10 addetti in su.

Nel confronto con il secondo trimestre del 2016 il valore totale è di +0,3%, con le industrie del legno e dei metalli che segnano i valori positivi più alti (rispettivamente 1,8% e 1,7%).

Il fatturato interno è negativo rispetto al trimestre precedente con un -1,4% e positivo rispetto allo stesso trimestre dello scorso anno, esattamente +0,6%. Nel confronto congiunturale bene industrie meccaniche e mezzi di trasporto (+7,1%), industrie tessili (+3,4%), industrie chimiche (+2,6%), industrie dei metalli (+2,0%), nel confronto tendenziale valori positivi solo per industrie dei metalli e industrie del legno.

Il fatturato estero mostra valori migliori del trimestre precedente (+1,8%) ma segna un -1% rispetto allo stesso trimestre del 2016. Bene tutti i settori nel confronto congiunturale, eccezion fatta per le industrie alimentari (-4,7%) e le industrie tessili (-1%); valori positivi per le medie e le grandi mentre perdono le piccolissime

A livello tendenziale sono tre i settori con performance negativa ed esattamente le altre industrie con -12,3%, le industrie dei metalli con -9,4% e le industrie meccaniche con -1,7; a livello dimensionale bene solo le industrie da 10 a 49 addetti con un +3,1%.

Gli ordinativi segnano un -0,2% rispetto al trimestre precedente e un +0,9% rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente.

Confrontati con il 31 marzo sono in crescita quasi tutti i settori, fanno eccezione solo le industrie alimentari con -5,8% e le altre industrie con -2,3%; a livello dimensionale le imprese fino a 9 addetti registrano un -5,1% mentre le altre hanno variazioni positive.

Rispetto allo stesso trimestre del 2016 variazioni positive anche per le imprese artigiane (+1,2%) Tra le variazioni positive i valori più alti sono quelli di industrie del legno con +5,2%, industrie dei metalli con +5,1%, mentre perdono le altre industrie, le industrie tessili e le industrie alimentari.

Negativi gli ordinativi interni totali rispetto al primo trimestre 2017, con -0,7%, con la perdita più pesante registrata dalle industrie alimentari con -6,3%, mentre la variazione positiva più alta è quella delle industrie tessili con +6,5%. Bene medie e grandi mentre negativi sono i valori di piccolissime e industrie artigiane.

Rispetto al secondo trimestre del 2016 il valore è +1,2%, con un +1,3% anche delle artigiane; perdono industrie tessili, le altre industrie, le industrie alimentari e le industrie elettriche. Positivi gli ordini esteri, sia nel confronto congiunturale che tendenziale; rispetto al trimestre passato segnano un +1,0% anche se sono negative le variazioni di industrie tessili (-4,1%), industrie alimentari (-2,9%) e altre industrie (-1,0%).

Rispetto al secondo trimestre del 2016 gli ordinativi esteri segnano un +0,5% del totale imprese con un +0,3% delle imprese artigiane.

Negativi i valori per altre industrie (-11,3%), industrie meccaniche (-2,8%) e industrie tessili (-0,4%). A livello dimensionale si segnala un -4,1% delle industrie fino a 9 addetti e i positivi +1,9% e +0,5% delle imprese da 10 a 49 e oltre i 50.

Nel comparto manifatturiero l’occupazione segna un +0,8% a livello congiunturale e un +0,3% a livello tendenziale; rispetto ai primi tre mesi del 2017 sono solo due le industrie con segni negativi ed esattamente le industrie tessili con -0,4% e le industrie meccaniche con -0,1%. Bene anche le artigiane con +2%.

Rispetto al secondo trimestre del 2016 si confermano i segnali incoraggianti per le imprese artigiane che in media registrano un +0,6%, anche se solo la metà dei settori esaminati presenta realmente valori con il segno positivo ed esattamente industrie chimiche con +5,8%, industrie meccaniche con +2,9%, industrie del legno con +2,5% e industrie alimentari con +2,2%.

Commercio

Nel secondo trimestre 2017 si assiste ad una leggera frenata: le vendite segnano un -0,8. Bene solo gli ipermercati con 2,2% mentre il commercio al dettaglio di prodotti alimentari perde l’1,1% e quello dei non alimentari -1,8%; a livello dimensionale negative solo le imprese da 0 a 9 addetti segnano un -1,8%.

Rispetto al secondo trimestre dello scorso anno invece, le vendite in totale registrano una variazione del -2,2%, anche in questo confronto perdono il commercio al dettaglio di prodotti alimentari (- 4,3%) e quello di prodotti non alimentari (-3,1%) con solo i ipermercati che registrano un +0,6%. A livello dimensionale le imprese da 10 a 49 addetti segnano un +2,6% mentre per le piccolissime le vendite calano del 3,4% e per quelle oltre i 50 addetti dello 0,3%.

Il prezzo delle vendite segna una variazione negativa di -1,3% rispetto al secondo trimestre del 2016 anche se il segno meno è attribuibile unicamente al commercio al dettaglio di prodotti non alimentari (-2,1%) e alle imprese fino a 9 addetti, che segnano un -2%.

 Calo anche sul volume degli ordinativi che rispetto al trimestre scorso registrano un -0,3%; negativi il commercio al dettaglio di prodotti alimentari e non alimentari (-2,1% e -0,7%) mentre sono positivi gli ipermercati con +1,3%; bene sia le imprese dai 10 ai 49 addetti che quelle oltre i 50 che segnano entrambe un +1,9%, mentre quelle fino a 9 addetti un -1%.

Rispetto al secondo trimestre 2016 la variazione è del -2,1% (nel trimestre scorso invece era stata positiva anche se del solo +0,2%) con unici valori positivi per gli ipermercati con +0,3% e per le medie imprese con +2%

 Negativi i valori relativi all’occupazione.

A livello congiunturale il valore è di -0,2% con il commercio al dettaglio di prodotti non alimentari che segna un -0,4%, il commercio al dettaglio di prodotti alimentari un -1,3% e gli ipermercati che, in controtendenza, registrano un positivo 0,3%.

A livello tendenziale il dato è -3,8% con positivi solo gli ipermercati (+0,4%).

Cruscotto[1] degli indicatori statistici al II trimestre 2017

Al secondo trimestre del 2017 risultano 1.391 nuove iscrizioni sul territorio umbro. La variazione delle iscrizioni delle imprese nella regione Umbria tra il secondo trimestre 2017 e il secondo trimestre 2016 è negativa, con una perdita del 13,5% su base trimestrale. Anche la tendenza nazionale fa registrare un peggioramento delle nuove iscrizioni del 6,1% su base trimestrale. L’elemento instabile delle nuove iscrizioni è peggiorato dall’aumento delle cancellazioni (+0,6%), delle entrate in scioglimento (+8,2%) e dei fallimenti (+10,8%). A livello nazionale invece, tutte le variabili riportano una decrescita rispetto l’anno precedente.

In Umbria aumentano i fallimenti (+10,8%), mentre a livello nazionale diminuiscono del 14,7%, fallimenti che concernono principalmente il settore agricolo, mentre invertono il trend diminuendo le pratiche commercio e turismo. Aumentano anche le imprese umbre in scioglimento e liquidazione.

Calano le iscrizioni di imprese giovanili e femminili

I dati completi sono disponibili sul sito www.umbria.camcom.it

[1] Il Cruscotto statistico trae dagli archivi camerali informazioni di natura strutturale e congiunturale relative ai caratteri e alle condizioni delle imprese e fornisce, accanto ai dati statistici, una nota sintetica di analisi per consentire una lettura organica e continuativa nel tempo degli indicatori. Il Cruscotto contiene altresì una sezione dedicata ai dati di bilancio con analisi dei principali aggregati economici delle società di capitale e dei loro trend economico-produttivi.

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