Tragedia carcere, Garante sapore amaro facile profeta inascoltato
Tragedia carcere – Ha tutto il sapore amaro del facile profeta inascoltato la notizia dell’ennesima morte nel carcere di Terni, all’esito della oramai solita rissa conclusasi con l’ultimo suicidio in ordine di tempo. Il tempo dell’attesa e’ finito e non si può continuare a scaricare le gravi inadempienze del sistema carcerario sulla polizia penitenziaria ridotta all’osso e senza strumenti adeguati per affrontare queste situazioni.
Queste morti sono sulla coscienza di tanti e sono indegni per una comunità civile come quella umbra. Ognuno deve fare la sua parte. Le Procure delle Repubbliche territorialmente coinvolte devono aprire fascicolo per accertare se a monte nell’organizzazione vi siano responsabilità penalmente rilevanti.
Tragedia in carcere, rissa tra detenuti, uomo si impicca e muore
La politica deve affrontare il tema in modo serio e propositivo e per questo chiedo che il Consiglio Regionale dediche una seduta al tema delle carceri umbre partendo dai problemi sanitari per finire alla attivazione vera e immediata delle agognate Rems. Il dipartimento penitenziario deve assicurare il trasferimento altrove fuori dall’Umbria di almeno 200 detenuti, di cui 100 da Terni che somiglia sempre più ad una polveriera.
Infine il Ministero deve assicurare una integrazione della Polizia Penitenziaria che dovrà essere di numero adeguato e con formazione specifica.
Queste le risposte ad horas che ogni Autorità competente deve dare. Il Garamte dei Detenuti permanendo questa situazione si riserva di formalizzare un esposto dettagliata alle Procure delle Repubbliche per le gravi omissioni perpetrate nel sistema carcerario Umbra in violazione dei diritti umani come consacrati dalla Dichiarazione Universale sui diritti dell’Uomo.
/Avv. Giuseppe Caforio – Garante detenuti dell’Umbria
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