Buoni pasto irregolari, Corte dei conti chiede ai gruppi politici di restituire 15 mila euro

Buoni pasto irregolari, Corte dei conti chiede ai gruppi politici di restituire 15 mila euro

Buoni pasto irregolari, Corte dei conti chiede ai gruppi politici di restituire 15 mila euro

Buoni pasti irregolari in consiglio regionale. La Corte dei conti chiede indietro oltre 15 mila euro ai gruppi consiliari della Regione per i ticket assegnati ad assistenti e portaborse. I buoni pasto, secondo i magistrati della sezione controllo, sono ammessi per chi fa rientri pomeridiani ma devono essere inseriti nei contratti di lavoro. Le spese riguardano i rendiconti del 2022.

Si tratta di oltre 15mila euro su cui la Sezione controllo ha chiesto chiarimenti a Lega, Partito democratico, FdI, Patto civico per l’Umbria e M5S, mentre nessuna contestazione è stata sollevata nei confronti di Forza Italia, Tesei presidente e Misto.

Nel dettaglio alla Lega viene contestata la spesa e la contestuale restituzione di 10.809 euro per quindici persone; a Fratelli d’Italia 1.466 per quattro persone, al gruppo consiliare Patto civico per l’Umbria (il gruppo di cui fa parte Andrea Fora) 1.473 euro, al Pd 169 euro mentre per il M5S la cifra dovrebbe ammontare a poco più di 1.300 euro.

“Non è stata prodotta alcuna previsione contrattuale – scrivono i magistrati contabili – che abbia previsto l’erogazione dei buoni pasto nell’ambito della contrattazione con il singolo dipendente ovvero mediante applicazione, al singolo rapporto di lavoro, della previsione contenuta, quale obbligo o facoltà datoriale, nei contratti collettivi di lavoro”.

Adesso saranno i gruppi consiliari a decidere la strada da percorrere: contestare quanto riportato, oppure restituire quel denaro. Da Palazzo Cesaroni i capigruppo fanno notare che nei due anni precedenti, in questa consiliatura, i ticket sono stati comunque erogati anche se non previsti esplicitamente nei contratti e non è stato mosso alcun rilievo.

1 Commento

  1. la corte dei conti vigili più che altro sulle concessioni in gestione di beni pubblici, tipo impianti sportivi, spesso fatte un po’ alla carlona

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