La situazione energetica in Italia, indispensabile la diversificazione

La situazione energetica in Italia, indispensabile la diversificazione

La situazione energetica in Italia, indispensabile la diversificazione

L’energia che abbiamo consumato in Italia nel 2021 è così ripartita:  Gas 39%, Petrolio 35%, Rinnovabili 19%, Carbone 5%, Import Elettricità 2%.

Più di tre quarti della domanda di energia è stata soddisfatta da import dall’estero di combustibili fossili – gas, petrolio e carbone e meno di un quarto da produzione nazionale e principalmente da rinnovabili.


di Giancarlo Lunghi


Siamo il Paese che ha la dipendenza energetica fra le più alte d’Europa e da alcuni anni il Gas ha superato il petrolio diventando la prima fonte energetica. Attualmente i prezzi del Gas sul mercato spot sono intorno a 80 euro per megawattora, valori comunque inferiori rispetto ai 182 euro raggiunti a dicembre 2021 ma comunque troppo distanti dai  valori normali di 20 euro che abbiamo avuto per molti anni.

Di fronte a questi prezzi così alti che mettono in crisi aziende e consumatori, in primis le famiglie, è stato finalmente approvato un piano per ridurre i costi energetici italiani,  che prevede tra le altre misure, anche l’aumento dell’estrazione del metano dai giacimenti nazionali, come ha fatto la Croazia nel Mar Adriatico, ma soprattutto nuovi canali di approvvigionamento via nave ricevendo gas naturale liquefatto mediante impianti di rigassificazione.

Al momento l’Italia ha solo 3 rigassificatori che tra l’altro vanno solo al 60% della loro capacità di esercizio e che possono a breve essere potenziati dopo che, per anni, sono stati sottoutilizzati o non realizzati come ad esempio quello previsto a Brindisi ostacolato dai 5 Stelle, dalla Regione dagli enti locali e comitati vari e che poteva svolgere il ruolo di hub del Mediterraneo.

Ora si sta lavorando per installare un primo rigassificatore galleggiante grazie ad ENI e SNAM ma non è facile trovare questi rigassificatori e le navi metanifere per trasportare il gas liquido da Stati Uniti, Canada, Nord e Centro Africa, Quatar, dato che altri stati si stanno muovendo nella stessa direzione facendo lievitare i costi di acquisto di tali beni.

Il rigassificatore non è un impianto complicato, ma è cruciale per accedere al mercato del gas naturale liquefatto, un mercato più libero di quello dei gasdotti che sono molto importanti, ma legano i consumatori mani e piedi ad uno o pochi paesi da cui parte il tubo. La diversificazione degli approvvigionamenti è indispensabile.

Occorre dare atto al Ministro della Transizione ecologica CINGOLANI di avere le idee chiare e di aver messo in cantiere la realizzazione di nuovi rigassificatori nel giro di 2 o 3 anni oltre ad una forte accelerazione impressa alle fonti rinnovabili in modo da ridurre in modo consistente la dipendenza dal gas russo.

Comunque, la soluzione più urgente è quella di fissare un tetto europeo ai prezzi della energia importata dai paesi dell’Unione creando anche uno scudo difensivo per l’economia, l’industria , le famiglie e i consumatori tutti.

Va inoltre ipotizzata una defiscalizzazione alta per ogni investimento sostenuto anche dagli imprenditori privati per l’efficienza energetica, la digitalizzazione e la decarbonizzazione.

Sembra comunque che finalmente il nostro Paese si stia muovendo dopo vent’anni di ritardi, di no a tutto, peraltro incomprensibili e che hanno prodotto danni notevoli all’Italia  che ora deve recuperare terreno e affrontare il tema dell’energia con grande impegno, essendo fondamentale per il rilancio economico nonostante la pandemia e la guerra in Ucraina.

Commenta per primo

Lascia un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*