Vini umbri calo produttivo 60% appello alla Regione
Vini umbri calo produttivo – La produzione di vini umbri per il 2023 si preannuncia estremamente difficile a causa degli effetti climatici avversi. Il caldo e i nubifragi hanno causato danni significativi ai vigneti, ritardando la maturazione delle uve, soprattutto quelle a bacca bianca. La vendemmia di quest’anno ha subito un notevole ritardo rispetto agli anni precedenti.
Le zone più colpite risultano essere l’Orvietano, il Ternano e l’area di Montefalco e Spoleto. In queste regioni, alcune stime indicano una possibile diminuzione della produzione di vino fino al 60% rispetto all’anno precedente. Il Sagrantino di Montefalco, uno dei vini più rappresentativi dell’Umbria, è particolarmente a rischio.
Le piogge abbondanti durante il trimestre aprile-giugno hanno favorito la diffusione della peronospora, una temuta malattia della vite. Si prevede che la zona dell’Orvietano avrà una riduzione del 40% nella produzione di vino. A Montefalco e Spoleto, dove il Sagrantino è particolarmente suscettibile agli attacchi di peronospora, la diminuzione potrebbe arrivare al 60%. Anche il Ternano subirà una perdita fino al 50%, mentre al Trasimeno la diminuzione prevista è del 40%.
Le condizioni climatiche durante la fase di vendemmia avranno un impatto significativo sulla qualità e sulla quantità del vino prodotto. Inoltre, l’aumento dei costi, causato dall’entrata ripetuta nei vigneti per salvare le viti danneggiate, contribuisce a una situazione già critica.
Matteo Bartolini, presidente di Cia Agricoltori dell’Umbria, ha dichiarato che l’importo di un milione di euro stanziato a livello nazionale per affrontare l’emergenza appare insufficiente. Pertanto, si chiede alla Regione Umbria di sollecitare il governo centrale affinché vengano allocate risorse adeguate dal Fondo di solidarietà nazionale per sostenere il settore vitivinicolo umbro in questa difficile situazione.
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