Comitato Spesa Solidale in piazza, post Covid, un dramma umano e sociale

Comitato Spesa Solidale in piazza, post Covid, un dramma umano e sociale

«Il Comitato Spesa Solidale Perugia è nato nei mesi di marzo 2020 quando tutti stavamo a casa e non sapevamo quando saremmo potuti uscire di nuovo. Eravamo però sicuri di due cose: che le risorse messe a disposizione non erano sufficienti a garantire il fabbisogno delle persone in difficoltà e che, soprattutto, alla ripartenza molti sarebbero rimasti indietro. Durante la quarantena abbiamo capito l’importanza di attivarsi a favore di chi era stato ignorato dalle istituzioni. La fase 1 ha rappresentato per noi il momento della solidarietà, dell’autorganizzazione e dell’inchiesta per capire cosa ci avrebbe riservato il futuro. Abbiamo sperato che questa disgrazia avrebbe smosso chi ci governa, invece ci siamo trovati davanti il loro silenzio. Tante famiglie sono state lasciate sole. Tanti si sono persi nella burocrazia. Tanti sono stati tagliati fuori dai requisiti troppo stretti per l’accesso ai sussidi. Tante domande non hanno trovato risposta».

E’ il Comitato Spesa Solidale che, oggi in piazza IV novembre a Perugia, ha inscenato un flash mob per accendere i riflettori su uno dei più grossi problemi sociali prodotti dalla pandemia del temibile coronavirus.

«Per questo – scrivono – il Comitato Spesa Solidale Perugia ha iniziato la sua attività il 17 Aprile 2020 mediante la consegna di buoni spesa e pacchi alimentari a coloro che sono entrati in contatto con il nostro centralino ed ha più volte rendicontato l’attività svolta durante la fase di isolamento sociale.

Dal 18 maggio 2020 si sa è entrata la  “Fase 2”, e i dati si confermano, purtroppo, drammatici. Durante questo periodo di tempo gli interventi del CSS (Comitato Spesa Solidale) è intervenuto a favore di 109 nuclei familiari per un totale di 372 persone, tra cui 118 minori e 13 anziani.

Delle persone che potrebbero lavorare attualmente solo il 21% è attivo; 188 persone sono inattive e di queste 108 hanno interrotto l’attività lavorativa a causa dell’emergenza Covid-19 e non sanno se e quando riprenderanno il lavoro.

«Dai nostri contatti – scrive il CSS – sono state avanzate, ai Comuni di residenza e all’INPS, 96 richieste di sussidio tra cassa integrazione e buoni spesa, ma solo 44 sono state erogate. Si riscontra, inoltre, che 50 persone ricevono altre forme di reddito (pensione di invalidità, pensione di reversibilità, pensione sociale, Naspi e Reddito di cittadinanza)».

Sul fronte abitativo 91 nuclei familiari vivono in affitto e solo 3 sono riusciti ad ottenere la rinegoziazione o l’interruzione del pagamento; 12 pagano il mutuo, ma nessuno è riuscito ad ottenerne la sospensione; solo 15 nuclei hanno la “fortuna” di avere la casa di proprietà.

«Oggi 3 giugno 2020 – ha detto chi è sceso in piazza -, siamo qui a chiedere al Comune misure concrete a sostegno di tutte le famiglie e delle persone che a seguito della crisi economica si vedono negare i diritti più elementari e una condizione di vita dignitosa. Siamo qui ad urlare la nostra rabbia davanti ad un Comune che spesso ha scaricato su di noi e su altre associazioni che si sono attivate spontaneamente la gestione di questa crisi.»

  • Oggi le cassette sono vuote, e le portiamo al Comune che vuole fare finta di nulla!

Siamo qui per chiedere

  • – Servizi gratuiti per i precari e i disoccupati (esenzione totale delle spese scolastiche, della Tari e gratuità del trasporto pubblico cittadino)
  • – Percorsi di inserimento lavorativo per i disoccupati in lavori di pubblica utilità per garantirgli un reddito dignitoso e stabile, anche attraverso l’utilizzo di fondi europei
  • – l’adeguamento delle risorse per sostenere il pagamento degli affitti e delle utenze per chi non riesce a sostenerli
  • – La predisposizione da parte del Comune di nuovi fondi per i buoni spesa
  • – l’apertura di bandi straordinari per l’assegnazione di case popolari, perché a settembre troppi purtroppo non riusciranno a pagare le rate arretrate.

Rimarremo uniti finché non verranno prese in carico le richieste dei nuclei familiari più colpiti. Nessuno deve rimanere solo, questa è la nostra promessa a chi ha fatto affidamento su di noi ed è anche la nostra rivendicazione davanti all’amministrazione di questa città!

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