Centri antiviolenza, prima rassicurazione del comune di Perugia

Da donna a donna, messaggio di vicinanza da vittima di violenza ora al sicuro

Centri antiviolenza, prima rassicurazione del comune di Perugia

dalla Segreteria Ass. Libera…Mente Donna ets
Finalmente dopo molti tentativi, avvenuti sia per le vie brevi sia in modo formale, abbiamo avuto una prima rassicurazione ufficiale da parte del Comune di Perugia con l’odierno comunicato stampa che ci dice che saranno messi a disposizione anche nel periodo privo di copertura progettuale e convenzionale i fondi stanziati per il 2021, risposta che arriva non dopo la comunicazione inviata ad inizio marzo o quella del 29 marzo, ma oggi.

Pertanto, siamo certe di esserci adattate a tempi e modalità non nostre. È opportuno ricordare che la nostra Associazione Libera…Mente Donna ets, come tutte le associazioni che gestiscono i Centri Antiviolenza in tutto il territorio nazionale, mette in campo tutte le proprie risorse e affronta situazioni economiche difficilissime al solo scopo di proseguire nel quotidiano impegno volto al contrasto ed alla prevenzione della violenza di genere e all’accoglienza delle donne vittime di violenza e dei loro figli e figlie.

Mai avremmo lasciato sole le donne, noi per loro ci saremmo state sempre e comunque, nel modo che ci sarebbe stato possibile, ma non stiamo più in silenzio nella precarietà nell’assenza di risposte e di comunicazioni. Non accettiamo più la totale incertezza sui finanziamenti del Centro Antiviolenza.

È opportuno ricordare che i Centri Antiviolenza versano tutti in situazioni di precarietà, in un Paese che deve rispondere di gravi lacune in materia di contrasto alla violenza di genere, pensiamo al caso Talpis ed alla condanna all’Italia da parte della Corte Europea dei Dritti dell’Uomo. Un Paese che registra quasi un femminicidio ogni tre giorni, ma che non finanzia adeguatamente i suoi Centri Antiviolenza e lo fa in modo del tutto precario ed incerto con un riparto annuale. Con il Centro Antiviolenza Catia Doriana Bellini l’Associazione Libera…Mente Donna ets, ha voluto denunciare tutto questo, ha voluto dire basta ad una precarietà imposta alle operatrici ed alle donne che si apprestano a svolgere un percorso di uscita dalla violenza, e a tutte le donne dell’Associazione, perché non parlare e non rispondere alle istanze delle associazioni femministe che gestiscono i Centri equivale a non rispondere alle donne.

Dispiace, pertanto, che nella loro risposta gli enti locali non si pongano come principale obiettivo assicurare che questa precarietà sarà da loro fortemente combattuta, non riconoscendo come tale stabilità sia condizione necessaria e indispensabile per i Centri Antiviolenza, per le donne accolte e per quelle che ci lavorano. Di fatto senza certezze un’Associazione di Promozione Sociale non può continuare ad indebitarsi e portare avanti strutture e contratti di lavoro, altro è il volontariato che prosegue sempre e comunque. Tutte le strutture antiviolenza gestite dal 2014 dall’Associazione, per rispondere alle esigenze di percorso delle donne accolte e ospiti lavorano ogni giorno più di quanto i finanziamenti prevedano e sostengano: hanno infatti sì beneficiato dei finanziamenti pubblici (le operatrici di Liberamente Donna sono lavoratrici precarie, per monte orario settimanale e scadenza a progetto) ma hanno ovviamente coperto il restante costo della violenza con il volontariato delle proprie socie, con la collaborazione di altre organizzazioni, con il supporto della cittadinanza attiva, con le donazioni dei privati, con le altre attività progettuali che sono state con fatica perseguite.

La risposta che avremmo voluto avere è che questa situazione di precarietà che mina la sopravvivenza dei Centri antiviolenza non può proseguire.

Ci aspettiamo che si crei un canale di comunicazione fluido e costante con le Istituzioni locali, in attuazione dei Protocolli che sono stati siglati e che ci permetta di programmare – seppure a breve termine, viste le modalità di stanziamento dei fondi nazionali – attività che garantiscano alle donne che si rivolgono ai nostri Centri continuità e regolarità. Che ci saranno investimenti nel rafforzare le attività di contrasto alla violenza di genere, la prevenzione e la tutela di donne e minori, con bandi mirati nell’ambito delle parti opportunità.

In merito al Regolamento Regionale lo stesso è stato condiviso con le associazioni in una bozza inviata a tutti i Centri Antiviolenza della Regione, le Associazioni hanno prodotto documenti e proposte di modifica e come sempre hanno accettato pienamente il confronto, ma se tali proposte non troveranno considerazione, si è ben lontani da poter parlare di Regolamento condiviso.

Rammentiamo, inoltre, che il Regolamento è un punto di partenza e non di arrivo per la regolamentazione della gestione dei centri antiviolenza.

Speriamo che queste situazioni non continuino a ripetersi e che i Centri Antiviolenza siano riconosciuti la principale organizzazione impegnata nell’azione di contrasto alla violenza di genere

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