Morte dottor Sergio Cecconi, l’accorato ricordo del cardinal Bassetti

Questa morte drammatica e assurda ha commosso l’intera città di Perugia

Morte dottor Sergio Cecconi, l'accorato ricordo del cardinal Bassetti

Morte dottor Sergio Cecconi, l’accorato ricordo del cardinal Bassetti

Cari fratelli e sorelle, con profondo dolore e quasi sgomenti ci riuniamo in questa nostra chiesa madre per porgere l’estremo saluto al dott. Sergio Cecconi, raggiunto tragicamente dalla morte, in modo terribile e inatteso, non lontano dalla sua casa di Ripa, mentre trascorreva un sereno pomeriggio di svago.


Gualtiero card. Bassetti Arcivescovo di Perugia-Città della Pieve


Questa morte drammatica e assurda ha commosso l’intera città di Perugia. Il dottor Cecconi, stimato chirurgo ortopedico, lavorava da tanti anni presso la Clinica Lami, una delle più note della nostra città, afferente alle arcidiocesi di Camerino e di Perugia-Città della Pieve.

Ho ancora impresse le sue parole di augurio e ricordo bene il suo tratto gentile, quando, pochi giorni prima di Natale, mi sono recato in clinica per celebrare la santa messa in comunione con tutti gli operatori sanitari, come è nostra gradita consuetudine. Un uomo sobrio, sempre composto, dal cuore ricco di umanità e di dedizione al prossimo. Lo si vedeva nel suo operare serio e professionale; lo si capiva dal suo senso di altruismo.

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Si impegnava non solo nei suoi doveri lavorativi, ma anche molto oltre, nelle attività socio-caritative, specialmente nei riguardi delle case di accoglienza della Caritas, in particolar modo quella di Casalina alla quale era molto legato. Mi aveva confidato che era suo desiderio aprire un ambulatorio ove prestare gratuitamente consulenze e cure. Dopo tanti anni di attività nel campo ortopedico, si era guadagnato fama e prestigio e molti chiedevano di farsi curare da lui. Prima di entrare in servizio presso la Clinica Lami, aveva operato negli ospedali di Todi-Pantalla e Castiglione del Lago.

Con lui la nostra città perde un professionista affidabile e un uomo di grande valore. Si è parlato tanto, in questi ultimi due anni, dei medici, che sono tornati alla ribalta per come hanno saputo custodire la comunità, insieme a tutto il personale ospedaliero. Questo si può senz’altro affermare del medico Sergio Cecconi, di cui in tanti abbiamo sperimentato le cure e la premura.

La morte è il compimento dell’esistenza terrena di ogni uomo; essa segna uno spartiacque sempre doloroso, ma in questo caso assume tutto il tratto del dramma, assurdo e inspiegabile per quanti gli erano vicini e gli volevano bene, per i figli Andrea Marco e Anna Claudia, i parenti, i colleghi medici e tutti gli amici.

C’è però un motivo per cui siamo qui, in chiesa. La nostra fede ci insegna che il Signore Gesù, incarnandosi e passando attraverso la croce, ha vinto anche la morte e, nel battesimo, ci ha uniti alla sua vittoria.

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L’apostolo Paolo, scrivendo ai primi cristiani di Roma, vuole rassicurare tutti, riaffermando la potenza liberatrice del battesimo. Infatti, attesta con forza che “se siamo morti con Cristo, crediamo che anche vivremo con lui, sapendo che Cristo, risorto dai morti, non muore più; la morte non ha più potere su di lui”.

Il destino del cristiano è con Cristo nella vita piena. La morte, dolorosa sempre e talora drammatica, lascia spazio al tempo di Dio, al di là dei lutti e delle sofferenze umane. L’evangelista Luca ci ha ricordato la passione in croce del Signore. Nel dolore più atroce, egli rimette il suo spirito al Padre, dal quale è stato generato.

Viene poi deposto in un sepolcro nuovo, mai usato. Ma neppure la pietra con cui viene chiuso, neppure la morte ha il potere di trattenerlo. Paolo proclama che Gesù è risorto per la “gloria del Padre”, perché Dio ha potere sulla morte, ed essa non è l’ultima parola: per Gesù come primizia, per gli uomini in quanto redenti da lui. La realtà ultima, misteriosa, eppure quasi tangibile, è la vita in Dio.

Noi crediamo che, se le spoglie mortali di Sergio verranno deposte in un sepolcro, la sua anima non perisce. Egli porta con sé tutto ciò che ha donato, amato e vissuto.

Nella vita di ogni creatura umana però non mancano fragilità e ombre, virtù e peccati, assieme a tanta luce.

Per ciò vogliamo invocare per questo fratello, come per tutti i defunti, la misericordia e il perdono del Padre, che non si ferma alle apparenze, ma scruta l’intimo dei cuori di ciascuno e non ci ripaga mai secondo le mostre colpe, ma tutto vede e giudica con amore senza limiti.

Siamo vicini alla signora Alessia che era accanto a Sergio in questo ultimo cammino della loro vita insieme. Preghiamo per la sua pronta guarigione. Cerchiamo forza e consolazione nella Parola di Dio. Essa non nasconde la triste realtà umana, fragile come “l’erba del campo”, che al mattino è fresca e verdeggiante ma, appena tagliata, subito sbiadisce. Quella stessa Parola però non smette mai di riaffermare il destino eterno dell’uomo.

Diamo l’estremo saluto al fratello Sergio, con la speranza che un giorno lo ritroveremo in Dio, quando, asciugata ogni lacrima, saremo tutti uniti nella casa del Padre. In attesa di tutto questo, custodiamo nel cuore il ricordo di un uomo probo, professionista capace e disponibile, amante della vita, sincero negli affetti, da tutti ben voluto. Il Signore lo ricompensi con il premio dei giusti.

Amen!

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