
Ipotesi terzo ospedale umbro, piano salvaguardia covid disatteso
“La Regione starebbe preparando il terzo ospedale Covid in Umbria, dopo Pantalla e Spoleto forse a Branca o Città di Castello, secondo le indiscrezioni uscite a mezzo stampa, quando in realtà servirebbe al più presto un aggiornamento del Piano di Salvaguardia“. Così il capogruppo del Movimento 5 Stelle, Thomas De Luca, che ribadisce “la necessità di coinvolgere i Sindaci interessati e le comunità locali per evitare l’ennesimo pasticcio da parte della Giunta Tesei”.“La Giunta pensa ad un terzo ospedale Covid? Non si ripetano i drammatici errori fatti dal piano Bertolaso – avverte il portavoce del M5S -, auspichiamo un nuovo piano di salvaguardia con il coinvolgimento dei Sindaci e delle comunità locali che faccia il punto sulle risorse a disposizione e pianifichi una strategia definitiva per affrontare i prossimi due mesi, anche alla luce del piano vaccinale che va estremamente a rilento.
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Per questo serviranno i moduli prefabbricati del commissario Domenico Arcuri“. Per De Luca, “il dato drammatico che rappresenta uno dei motivi principali per cui non è stato possibile potenziare le terapie intensive è quello delle assunzioni. In Umbria, come denuncia il sindacato Nursind, il personale infermieristico in trincea nella lotta al Covid non ha ricevuto alcuna indennità da ottobre.
“È invece servito – osserva De Luca – il bando della Protezione Civile predisposto dall’ex Governo Conte per far arrivare in Umbria il personale medico necessario a fronteggiare l’emergenza Covid. Nonostante le promesse, il potenziamento degli operatori sanitari è stato irrisorio, tanto che l’ospedale da campo sarebbe ancora al palo per questo motivo. Si è parlato molto di strumentazioni, ma troppo poco di chi quelle strumentazioni è in grado di farle funzionare.
Figure professionali che in questo momento sono molto ricercate e contese dalle sanità di tutte le regioni”. “Molti – continua De Luca – stanno denunciando quello che sembrerebbe essere un vero e proprio esodo del personale sanitario dalla nostra regione, attratto altrove da contratti più vantaggiosi e prospettive di carriera più solide. Finora – aggiunge – abbiamo ascoltato molte promesse, come utilizzare graduatorie e concorsi che ancora non vengono finalizzati. Una grave mancanza a cui ha dovuto porre rimedio il bando dell’ex Governo Conte e i moduli del commissario Arcuri. Ma il Covid – conclude – non aspetta l’inadeguatezza“.
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