Il giudizio critico di Cittadinanzattiva sul Piano Sanitario della Regione 

Il giudizio critico di Cittadinanzattiva sul Piano Sanitario della Regione. “Rappresentiamo i cittadini, non possiamo essere ignorati”. 

Il giudizio critico di Cittadinanzattiva sul Piano Sanitario della Regione

Cittadinanzattiva/Tribunale per i diritti del malato dell’Umbria ha analizzato il Piano Sanitario della Regione, mettendolo a confronto con i criteri del Patto per la salute nazionale e chiede un confronto per dirimere dubbi e perplessità ricorrenti: “ Le buone intenzioni non devono restare sulla carta,- dice il Segretario regionale Paola Giulivi -: concordiamo sull’urgenza di garantire a tutti i cittadini umbri equità di accesso alle cure, attraverso il passaggio dalla vecchia visione “ospedalocentrica” alla medicina sul territorio, ma vorremmo però  capire come si pensa di attuare questa trasformazione e di conoscere il cronoprogramma delle principali azioni che saranno messe in campo”.


Fonte Ufficio Stampa
Cittadinanzattiva


La carenza della medicina territoriale è solo una visione parziale delle problematiche emerse con la pandemia da Covid-19. “ Un piano pandemico esisteva – aggiunge Giulivi – anche se non aggiornato e l’impreparazione ha prodotto disservizi per migliaia di cittadini che non si sono potuti curare, con conseguenze facilmente intuibili e con esiti che si stanno purtroppo già vedendo, come hanno denunciato gli oncologi proprio in questi giorni. In sintesi l’attenzione resta altissima sui pazienti Covid e molto meno sui non covid e su quelli che ad oggi sperimentano la condizione di long covid:

“ Non pensiamo certo che sia facile trovare delle soluzioni – dicono i coordinatori dei TDM dell’Umbria – . Noi diamo voce a chi non ne ha e ha urgenza di essere ascoltato e curato. Ascoltiamo chi si lamenta delle liste di attesa, prestazioni che a causa Covid sono state rinviate a data da destinarsi, dimenticando che questi cittadini sono  anche dei malati”. La nota esamina in primo luogo la carenza di personale sanitario:

“ Prima di tutto va risolto il problema della mancanza cronica di medici specialisti e personale infermieristico senza i quali non solo non si risolverà la mancata cura delle patologie covid, NO covid, ma anche tutti i progetti di trasformazione a medio e lungo termine della sanità regionale cadranno oggettivamente nel vuoto”. Alle critiche si accompagnano anche proposte concrete :” i nostri professionisti necessitano di una formazione continua, sono loro a sollecitarla, ad avvertirne la necessità- sottolineano i coordinati del Tribunale del malato-, come pure necessaria appare la dell’alfabetizzazione sanitaria dei cittadini in un momento in cui l’innovazione tecnologica sta entrando nel sistema operativo dell’intera sanità regionale. I Fondi per questo nel PNRR ci sono e vanno utilizzati!  Viene infine affrontato il tema di ridurre il numero dei distretti da 12 a 5.

“Quanto ci piacerebbe avere il “distretto ideale” di AGENAS in ogni nostro territorio, – è il pensiero dei i volontari dei Tribunali per i diritti del malato dell’Umbria. Ma l’unica informazione data per certa è la diminuzione dei distretti. Quante e quali strutture ci saranno è demandato alle decisioni della Giunta regionale. Senza altre informazioni e con tutte le discrepanze che abbiamo trovato nel Piano, possiamo solo dire che 5 distretti ci sembrano assolutamente pochi rispetto alle esigenze dei cittadini. Leggiamo dicono i TDM di Perugia, Terni e Narni – che il distretto tipo è strutturato su 100.000 abitanti e poi troviamo che sia l’AUSL 1 CENTRO (i vecchi distretti Perugino e Media valle del Tevere) che l’AUSL 2 SUD OVEST (i vecchi distretti Terni, Narni/Amelia, Orvieto) ne hanno molti più di 200.000.  “Leggiamo che è stata fatta un’attenta analisi anche delle caratteristiche morfologiche ed orografiche, tenendo conto della capillarità delle vie di comunicazione e poi – puntualizzano i TDM di Spoleto e Foligno – troviamo un distretto l’AUSL 2 SUD EST (i vecchi distretti Foligno, Spoleto e Valnerina) con più di 156.000 abitanti dislocato in un territorio dove ci sono comuni non raggiungibili da mezzi di trasporto pubblico e minimamente coperti dalla rete digitale.

Come può una decisione così determinante, essere presa sulla carta?  Abbiamo chiesto che vengano chiariti meglio i criteri di questa scelta numerica, conoscere le strutture e i servizi previsti in ogni distretto e che sugli accorpamenti dei territori ci sia una immediata partecipazione con i Sindaci e i cittadini al fine di arrivare a scelte condivise.

Per quanto riguarda gli ospedali nel Piano si legge quanti ospedali rimarranno tali, ma non si sa quali e, non si chiarisce se questi saranno collegati funzionalmente con altre strutture della rete ospedaliera e territoriale. Ci siamo chiesti se il PSR stia ripensando ai “piccoli ospedali” come luoghi da riconvertire in Ospedali di comunità e se per i “grandi ospedali” sia previsto un ammodernamento tale, che possano fare da raccordo tra territorio e l’alta specialità, garantendo efficacia e tempestività delle cure.

Troviamo ad esempio che, nel distretto AUSL 2 SUD EST, (Foligno/Spoleto/Valnerina) sono previsti n. 2 Dea di 1° livello e n. 1 base. Possiamo supporre che quello di Norcia sarà un ospedale base e i presidi di Spoleto e di Foligno saranno entrambi Dea di 1° livello? “La storia infinita… e ancora oggi è tutto demandato a questo PSR. Sembrerebbe, – dice il TDM di Spoleto – ci sia la Delibera dell’ASL Umbria 2 sull’integrazione tra i 2 presidi ma niente prende forma. Sono anni che l’Ospedale di Spoleto non è più a regime e ha molti dirigenti e specialisti a “mezzo servizio”. E’ facile capire che una situazione del genere possa creare problemi e abbassare gli standard qualitativi ma da qui a prendere questa situazione come pretesto, per non fare le cose giuste non si può accettare! Se la Regione, come ha affermato più volte, ha veramente la volontà di fare questa integrazione apra da subito un tavolo di concertazione allargato, che possa portare ad un’ integrazione sostanziale e condivisa, come chiede da tempo tutta la città di Spoleto. Non si tratta di campanilismo, ma di equità”.

Quell’equità tanto sbandierata in questo Piano ma che non si ritrova neppure nel Distretto AUSL 1 CENTRO (Perugino e media valle del Tevere), che conta 251.389 abitanti, dove è previsto un solo ospedale base, oltre l’azienda Ospedaliera di Perugia. La confusione regna sovrana nel nuovo distretto AUSL1 NORD EST (Assisano e Alto Chiascio) dove sono previsti un dea di 1° livello e un ospedale base e tra i progetti del PNRR Umbria, si legge di riqualificazione dell’Ospedale di Assisi anche con attrezzature di alta tecnologia e l’ospedale di Branca che potrebbe diventare un Polo dell’emergenza. Chi vincerà il premio DEA? Abbiamo chiesto maggiore chiarezza su quali ospedali saranno base e quali Dea di 1° livello e quali sono stati i criteri delle decisioni assunte. i cittadini hanno bisogno di certezze e tutto il diritto di ricevere informazioni chiare e trasparenti oltreché riduzione al minimo delle

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