Scende numero frequentanti luoghi culto e preghiera in Umbria

Scende numero frequentanti luoghi culto e preghiera in Umbria
Persone foto creata da jcomp - it.freepik.com 

Scende numero frequentanti luoghi culto e preghiera in Umbria

di Giuseppe Castellini
Mediacom043
La secolarizzazione accelera, cresce di molto l’indifferentismo religioso. Nel 2018 in Italia il numero di coloro che frequentano almeno una volta a settimana un luogo di culto supera per la prima volta il numero di coloro che non lo frequentano mai.

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Mediacom043, diretta da Giuseppe Castellini, ha sistematizzato i dati Istat relati alla partecipazione religiosa. Il Rapporto prende in esame il periodo 2001-2018. Alla presente sintesi del Rapporto Mediacom043 sono allegate tre tabelle con i dati Istat elaborati.

I frequentanti (almeno una volta a settimana) sono scesi nel 2018 al 24,9%(dal 36,4% del 2011, con un calo di 11,5 punti percentuali) della popolazione sopra i 6 anni, mentre gli italiani che non frequentano mai un luogo di culto sono saliti al 25,6% (dal 15,9% del 2001, quindi con un aumento di 9,7 punti percentuali). In altre parole, i secondi hanno superato i primi.

In valori assoluti, nel 2001in Italia i frequentanti almeno una volta a settimana erano 19,475 milioni, scesi via via a 14,264 milioni nel 2018, con una perdita di 5,211 milioni di persone, mentre coloro che non frequentano mai è salito nello stesso periodo da 8,508 a 14,67 milioni (+6,162 milioni di persone).

L’andamento nelle circoscrizioni e in ciascuna regione.

Focus sull’Umbria

Il Rapporto Mediacom043 contiene anche un Focus sull’Umbria, dove la svolta – ossia il superamento dei mai frequentanti sui frequentanti un luogo di culto – è avvenuta nel 2016, due anni prima del dato italiano. Tra il 2001 e il 2018 il numero dei frequentanti è sceso in Umbria da 232mila a 177mila (55mila, pari -23,7%), mentre i mai frequentanti sono saliti fortemente, passando dai 122mila del 2001 ai 218mila del 2018 (+96milioni, pari a +78,7%). In entrambi i casi, sia sul calo dei frequentanti che del boom dei non frequentanti, i dati umbri sono superiori alla media nazionale.

 Il Rapporto in pillole

Il quadro generale a livello nazionale. Una costante secolarizzazione che nel 2018 raggiunge il punto di svolta

Nel 2018, per la prima volta da sempre, in Italia il numero delle persone oltre i 6 anni che frequentano a scopi religiosi un luogo di culto almeno una volta a settimana viene superato da coloro che invece non lo frequentano mai (sempre a scopo religioso, non contando quindi le visite per turismo e cultura). È il segno eloquente diun potente processo di secolarizzazione avvenuto negli ultimi decenni e che, come evidenziano i dati (vedere tabelle 1 e 2), è proceduto inesorabile nel periodo che viene preso in considerazione dal Rapporto Mediacom043 (gli anni che vanno dal 2001 al 2018, in sostanza l’ultimo ventennio).

Tab 1

I numeri sono eloquenti. Nel 2001 in Italia frequentava un luogo di culto il 36,4% della popolazione sopra i 6 anni d’età, a fronte del 15,9% che non lo frequentava mai. La forbice a favore di coloro che frequentavano almeno una volta a settimana un luogo di culto era quindi di 20,5 punti percentuali.

La forbice nel periodo considerato si stringe costantemente negli anni e nel 2018 avviene la svolta: i frequentanti (almeno una volta a settimana) sono scesi al 24,9%(dal 36,4% del 2001, con un calo di 11,5 punti percentuali), mentre gli italiani che non frequentano mai un luogo di culto sono saliti al 25,6% (dal 15,9% del 2001, quindi con un aumento di 9,7 punti percentuali) della popolazione. In altre parole, i secondi hanno superato i primi.

In valori assoluti (vedere tabella 2), in Italia nel 2001 i frequentanti almeno una volta a settimana erano 19,475 milioni, scesi via via a 14,264 milioni nel 2018, con una perdita (tabella 4) di 5,211 milioni di persone, mentre coloro che non frequentano mai è salito nello stesso periodo da 8,508 a 14,67 milioni (+6,162 milioni di persone).

Tab 2

Per dare un’idea più chiara delle dimensioni di ciò che è avvenuto si possono mettere a confronto le variazioni percentuali tra l’ultimo e il primo anno (il 2018 e il 2001) del periodo considerato dal Rapporto(vedere tabella 4). Il numero di coloro che frequentano un luogo di culto almeno una volta settimana crolla del 26,8%, mentre il numero di coloro che non frequentano mai sale di ben il 72,4%.

tab 4

In sostanza, il sorpasso avviene non solo per la caduta del numero di coloro che frequentano almeno una volta a settimana, ma soprattutto per il forte incremento di coloro che non frequentano mai.

L’andamento nelle circoscrizioni

A livello di circoscrizioni (vedere tabella 4) il maggior crollo della frequenza nei luoghi di culto almeno una volta a settimana nel periodo considerato avviene nel Nord-Est (-30,5%), seguito da Nord-Ovest (-29%), quindi il Mezzogiorno (-28%, con il Sud continentale che segna -27,8% e le Isole -28,6%) e infine il Centro (-15,3%).

Il forte aumento di coloro che non frequentano mai vede invece in testa il Mezzogiorno (+74,3%, con il boom di +99,5% delle Isole e l’incremento del 59,4% nel Sud continentale), seguito da Centro (+73,8%), Nord-Ovest (+73,4%) e Nord-Est (+67,3%).

L’andamento nelle regioni

Per quanto concerne l’avanzare della secolarizzazione nelle regioni italiane (tabella 4), il calo più forte dei frequentanti (ricordiamolo ancora, l’Istat prende in considerazione la frequenza di un luogo di culto almeno una volta a settimana) lo mostra il Piemonte (-42,2%), quindi Molise (-42%), Veneto (-39,1%), la Provincia di Trento (-35,5%) e la Valle d’Aosta (-33.3%). Le flessioni meno forti avvengono invece inLazio (-3,3%), Emilia Romagna (-13,3%) e Calabria (-18,2%).

Sul fronte dell’aumento di coloro che non frequentano mai la prima regione è la Valle d’Aosta (+127,8%), seguita da Abruzzo (+157,7%), Sicilia (+107,5%) e Molise (+107,4%).

Le regioni con più frequentanti e quelle con meno

La tabella 5 mostra sia la graduatoria delle regioni in base alla partecipazione ai luoghi di culto, sia quella in base alla percentuale di popolazione che non frequenta mai. Calabria (32,3%), Puglia (30,7%), Campania (29,9%), Sicilia (29,6%), Marche (28,4%) sono le regioni in cui è più elevata la percentuale di popolazione che frequenta un luogo di culto almeno una volta a settimana, mentre le regioni con le maggiori percentuali sulla popolazione di coloro che non frequentano mai sono Toscana(36,9%), Emilia-Romagna (34,9%), Valle d’Aosta(34,3%), Liguria (34,3%), Sardegna(30,5%) e Lombardia (29,5%).

Tab 5

Ecco dove il numero di coloro che frequentano almeno una volta a settimana supera ancora quello che non frequentano mai. Al Nord dilaga l’indifferentismo religioso

Nel 2018 sono dodici le regioni in cui il numero dei frequentanti un luogo di culto supera coloro che non lo frequentano mai (Tabella 6): si tratta di tutte le regioni del Mezzogiorno ad eccezione della Sardegna, di due regioni del Centro (Lazio e Marche), mentre nel Nord l’indifferentismo religioso dilaga, con il solo Veneto che vede prevalere i frequentanti sui non frequentanti.

Le regioni dove l’indifferentismo religioso è più pronunciato sono, nell’ordine:Toscana (18,5% frequentanti almeno una volta settimana, 36,5% mai frequentanti), Valle d’Aosta (16,5% e 34,3%), Liguria (19% e 34,3%), Emilia Romagna (19,9% e 34,9%) e Piemonte (19,2% e 28,5%).

All’inverso, le regioni più praticanti sono Calabria (32,3% % frequentanti almeno una volta settimana, 15,2% mai frequentanti), Campania (29,9% e 15,3%), Puglia (30,7% e 16,2%), Basilicata (27,9% e 16,1%) e Molise (27,1% e 19%).

Focus sull’Umbria

La svolta, ossia il superamenti del numero di coloro che non frequentano mai un luogo di culto rispetto al numero di coloro che lo frequentano almeno una volta a settimana, è avvenuta in Umbria (tabella 1) nel 2016, due anni prima del dato italiano.

Dopo l’anno della svolta, l’indifferentismo religioso in Umbria ha continuano ad allargarsi velocemente: nel 2018 nella regione i frequentanti almeno una volta a settimana sono il 21,1% (si tratta di 177mila persone, vedere tabella 2) della popolazione oltre i sei anni d’età, i mai frequentanti il 26% (218mila persone). In altre parole, i mai frequentanti superano di 41mila i frequentanti.

Guardando all’arco considerato dal Rapporto Mediacom043, tra il 2001 e il 2018 la percentuale sul totale della popolazione di coloro che frequentano almeno una volta a settimana è sceso in Umbria dal 29,7% al 21,1% (-8,6 punti percentuali), mentre coloro che non frequentano mai sono passati dal 15,6% al 26% (+10,4 punti percentuali). In altre parole, il saldo tra frequentanti e mai frequentanti è passato in Umbria, tra 2001 e 2018, da +14,1 a -4,9 punti percentuali (tabella 3)

In valori assoluti, nella regione i frequentanti sono crollati tra il 2001 e il 2018 da 232mila a 177mila (55mila, pari -23,7%), mentre i mai frequentanti sono saliti fortemente, passando dai 122mila del 2001 ai 218mila del 2018 (+96mi, pari a +78,7%). In entrambi i casi, sia sul calo dei frequentanti che del boom di non frequentanti, i dati umbri sono superiori alla media nazionale (vedere tabella 4).

Il risultato è che, nel 2018, l’Umbria (tabella 5) è, tra le 20 regioni italiane, la quattordicesima per partecipazione religiosa e la decima per percentuale di popolazione che non frequenta mai luoghi di culto.

Tab 5

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