
Post Clara Pastorelli, opposizione furiosa chiede le scuse, ma c’è il silenzio
Non bastava la brutta figura che l’Assessore al Commercio e allo Sport del Comune di Perugia in quota Fratelli d’Italia, Clara Pastorelli, tramite il proprio profilo social Facebook, ha fatto fare alle Istituzioni cittadine e alla Città di Perugia tutta. Non bastava aver esternato una posizione a dir poco imbarazzante sui recenti e drammatici fatti di Washington, prima pubblicando frasi e immagini inequivocabili, e poi cercando di giustificare le stesse con una ironia assolutamente fuori luogo.
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Non bastava aver gettato discredito su tutti i perugini, che hanno visto il nome della loro città fare il giro, a livello nazionale, di tutte le testate, on line e cartacee, e di diverse trasmissioni televisive.
Non bastava lasciar intendere una montatura fatta ad arte, insieme all’incontrovertibile imitazione di uno dei protagonisti della protesta e degli scontri. Non bastava un post sui social successivo, più dal sapore della rivendicazione che delle scuse.
Eppure, alla fine, è andata proprio così: gravissimo il voto contrario della maggioranza, affiatata e d’accordo nel non proferire parola che entrasse nel merito, e sul fatto che non ci fosse urgenza che tenesse, ancor più grave l’assenza dell’Assessore Pastorelli, che sembra corrispondere ad una sua volontà di non scusarsi, e ancor più grave, sopra tutto, l’assenza del Sindaco Romizi, che ha lasciato cadere nel vuoto con il suo silenzio un così grave episodio lesivo dell’immagine della città che rappresenta e governa.
La comunità di Perugia si è da sempre contraddistinta per la sua capacità di essere totalmente inserita in un contesto europeo e internazionale, dallo spiccato carattere culturale e dai profondi valori ispirati alla pace e alla nonviolenza. Stride, quindi, un’azione come questa, giudicata dai più frivola e di cattivo gusto, alla luce dei valori di cui Perugia è portatrice, soprattutto se esternati da un membro della Giunta di una delle venti città italiane capoluogo di regione.
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