
Siccità, piove sempre meno, Umbria a secco, si salva solo la Valnerina
Piove sempre meno. L’Umbria è tra le regioni dell’Italia centrale che più sta soffrendo l’emergenza siccità. Le precipitazioni da gennaio a maggio sono dimezzate rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Emerge dalla riunione dell’Osservatorio permanente sugli utilizzi idrici che si è tenuta ieri mattina a Roma.
Trasimeno e Tevere scendono di livello
Lago Trasimeno e Tevere continuano a scendere di livello, tutti i corsi d’acqua più piccoli sono in sofferenza mentre a Spoleto la diga di Arezzo, che serve 14 Comuni dell’Umbria, è al 35% della sua capacità tanto da costringere il Consorzio della bonificazione umbra a operare le prime restrizioni in ambito agricolo. Lo riporta oggi il Corriere dell’Umbria in un articolo a firma di Catia Turrioni.
Umbria a secco
«L’Umbria, al pari di tante altre regioni è a secco. All’autunno e all’inverno scarsi di millimetri di pioggia e neve sui rilievi, si sono aggiunti una primavera particolarmente ‘arida’». E’ quanto viene riportato all’interno del sito Lineameteo.it nell’articolo allarme siccità In Italia: la situazione regione per regione.
Lineameteo.it
«Secondo alcuni esperti – è scritto – questa situazione sarà solo la prima di una serie di lunghi periodi con i quali dovremo fare i conti. Gli studi sui cambiamenti climatici lo confermano: a periodi sempre più lunghi caratterizzati da un aumento delle temperature e una diminuzione della piovosità, si accompagneranno una concentrazione delle precipitazioni in periodi più brevi, e quindi emergenze. Negli ultimi anni in Umbria, come del resto in molte regioni del centro e del sud del Paese si è verificato un inasprimento dei fenomeni estremi. Dall’emergenza idrica si è passati ad eventi alluvionali di tipo tropicale e per quanto ci si voglia attrezzare per affrontare al meglio queste calamità, con piani di monitoraggio e prevenzione e un’attenta programmazione per la tutela delle risorse idriche e la difesa idraulica del territorio, la forza della natura ci prende quasi sempre in contropiede. Ma a garantire l’approvvigionamento idrico e ridurre gli impatti dei prolungati periodi con scarse precipitazioni, l’Umbria può contare sui due invasi di Montedoglio e della diga sul Chiascio e su un sistema di interconnessione di condotte e acquedotti. Di sicuro, spiegano alcuni esperti, la gestione della risorsa idrica e la messa in sicurezza del territorio rappresentano una priorità. Come sempre in queste circostanze le associazioni dei coltivatori, i primi ad essere interessati da questa sciagura, hanno lanciato l’ennesimo grido di allarme. E se ad una primavera ‘avara’ di pioggia, si dovesse aggiungere un’estate rovente, a far la parte del leone saranno gli incendi che già in molte regioni del centro fanno registrare i primi focolai. E le previsioni mostrano senza appello il volto della preoccupazione. Per i prossimi giorni sono infatti attese temperature massime sopra i 30 gradi. A parte i probabili annuvolamenti pomeridiani sui rilievi, il tempo si manterrà stabile e soleggiato su gran parte del Paese, mostrando, in generale per l’area centrale dell’Italia, un consolidamento ulteriore dell’anticiclone atlantico con caldo e siccità crescente. Secondo il meteo ‘solo’ in Valnerina, salvo sorprese, sono attesi occasionali rovesci».
Commenta per primo