Perugia, celebra il Giorno della Memoria.
Il ricordo delle donne ebree italiane e la pietra di inciampo dedicata ad Ada Almansi Rimini
La città di Perugia ha celebrato, secondo tradizione, il giorno della Memoria con due eventi nel centro storico nella mattinata di sabato 27 gennaio 2024. In sala dei Notari si è svolto l’incontro sul tema “Le donne ebree italiane dalle Leggi razziali del 1938 alla Shoah”. Il contributo di storie, documenti e foto, sono state ricordate le donne che tra il 1938 ed il 1945, pur avendo fornito contributi importanti alla cultura, alla scienza e in generale all’emancipazione culturale e sociale dell’Italia dell’epoca, tuttavia furono perseguitate, ed in molti casi assassinate, per la loro appartenenza all’ebraismo.
A portare i saluti in avvio di incontro è stato l’assessore alla Cultura Leonardo Varasano – «Quello di oggi – ha detto – è un giorno della Memoria particolare: avrei voluto solo introdurre il tema storico, il focus specifico (le donne della Shoah) scelto per questa edizione nel solco di un impegno pluriennale che stiamo portando avanti da tempo, avrei voluto ragionare della doppia dignità sfregiata (umana e femminile) e parlare del romanzo di Lia Tagliacozzo incentrato sulla figura di Pupa Garribba frutto del confronto con gli studenti, ma in realtà oggi c’è bisogno di fare un cenno anche alla terribile attualità».
Varasano ha spiegato che – «dal 7 ottobre molto è cambiato nel mondo, ciò riguarda anche Perugia città che soffre, come tante altre realtà italiane, gli sfregi del vandalismo. Oggi quel vandalismo ha una connotazione particolare, specifica, ossia l’odio verso Israele, che cela un redivivo antisemitismo. Ciò richiede con forza una reazione perché non si può ignorare quanto accaduto allora e quanto sta accadendo ora».
L’assessore ha sottolineato che la Shoah non fu solo figlia della dittatura e del totalitarismo, perché alla sua base ci fu un percorso preparatorio che oggi sembra riaffiorare drammaticamente. «Oggi siamo chiamati, dunque, a fare una riflessione ampia in cui le parole si fondono con gli atti; ecco perché abbiamo scelto di apporre in piazza Michelotti una pietra d’inciampo, esempio concreto delle testimonianze di questa mattina per dare ad esse un risvolto materiale: un inciampo alla vista, un inciampo alla memoria, un inciampo per dire che oggi inizia il giorno della Memoria, un percorso che vogliamo portare avanti per tutto il corso dell’anno perché non si esaurisca in una giornata».
A seguire gli altri interventi, Marco Terzetti, presidente ANEI (Associazione Nazionale ex-Internati) e Maria Luciana Buseghin, presidente Associazione Italia-Israele di Perugia. Dopo i saluti è stata la volta delle relazioni: Annalisa Cegna, direttrice dell’Istituto storico di Macerata e Università di Macerata, ha parlato di “Donne ebree tra internamento e deportazione”; Elena Antonelli, docente specializzata in didattica della Shoah, ha relazionato su “Scienziate ebree italiane tra pregiudizi di genere e di “razza”; Emilia Peatini, direttrice Istituto per la Storia della Resistenza e della Società Contemporanea di Treviso, ha raccontato delle “Donne veneziane nella Shoah: Olga Blumenthal e le altre”. E poi, Maria Luciana Buseghin ha parlato di «Artiste, critiche d’arte e scrittrici nella persecuzione antiebraica nazi-fascista». Successivamente toccante la testimonianza di Elena Colonna, testimone della Shoah, autrice di Milena e i suoi fratelli. Sette brevi storie, più altre quattro, per non dimenticare.
Il secondo evento dedicato al Giorno della Memoria si è tenuto in piazza Biordo Michelotti dove si è svolta la cerimonia di posa della pietra di inciampo in ricordo di Ada Almansi Rimini con la partecipazione delle istituzioni e un reading degli studenti del Liceo Classico Annibale Mariotti.
Presenti il sindaco Andrea Romizi, gli assessori Leonardo Varasano e Margherita Scoccia, il senatore Walter Verini, la presidente dell’associazione Italia-Israele Maria Luciana Buseghin.
Ada Almansi Rimini, cittadina ebrea di Perugia, si suicidò il 4 dicembre 1943 per sfuggire all’arresto e alla conseguente deportazione prevista dalla Carta di Verona della Repubblica Sociale Italiana del novembre 1943. La pietra d’inciampo è stata posta proprio davanti all’ultima abitazione di Ada, in piazza Biordo Michelotti 6, dove in quel terribile giorno del 1943 la donna scelse di togliersi la vita gettandosi nel vuoto da palazzo Millotti già Montesperelli.
«Questo è un momento particolarmente solenne – ha detto l’assessore Varasano – un altro segno che la nostra città ha voluto dare dopo la collocazione della pietra che ricorda le vittime della Shoah a San Matteo degli Armeni. Oggi la pietra d’inciampo ci ricorda il clima terribile di quegli anni; per questo vogliamo che sia un inciampo visibile ma soprattutto un inciampo della memoria ed emotivo».
Dopo le parole della presidente Buseghin e del sen. Verini, che ha ricordato gli orrori della Shoah invitando a non dimenticare affinché la tragedia non si ripeta, il sindaco Andrea Romizi ha chiuso la cerimonia spiegando quanto sia importante questo momento frutto dell’impegno di tanti, arricchito dalla presenza dei ragazzi e ragazze delle scuole. Sono proprio loro, ha continuato, che con le letture ci hanno restituito Ada Almansi, la cui memoria per troppo tempo era andata perduta e che, invece, oggi rivive anche grazie alla pietra d’inciampo.
«Sono questi i gesti che ci consentono di recuperare la memoria proprio ora che le testimonianze dirette dell’orrore della Shoah stanno progressivamente scomparendo. Diventa allora fondamentale continuare a coltivare i sentimenti del ricordo di quella che è stata una tragedia immane, ma, nel contempo, abbiamo il compito di guardare all’oggi combattendo l’odio e la violenza senza mai voltarci dall’altra parte».
Secondo il sindaco, infatti, è compito di ogni individuo fare la propria parte in questo percorso, ma l’impegno principale spetta alle scuole, agli insegnanti ed ai ragazzi e ragazzi depositari di tutto ciò. Romizi ha concluso il suo intervento rivolgendo un pensiero affettuoso ad Ada Almansi ed a tutte le donne che hanno pagato con la vita quella pagina di follia che è stata la Shoah.
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