Vertenza Perugina, serve subito dice Stefano Vinti dopo indicazioni Nestlè
da Stefano Vinti,
Associazione Sinistra Lavoro Umbria
La presa di posizione della Nestlè conferma tutte le preoccupazioni. Costruire la “vertenza Perugina”. La dichiarazione della Nestlè Perugina in merito alla situazione dello stabilimento di San Sisto non fuga nessuna delle preoccupazioni che in questi giorni hanno espresso i lavoratori, i sindacati e allertato la Regione Umbria. Le generiche prese di posizione della Nestlè hanno come obiettivo quello di cercare di rassicurare i lavoratori su gli impegni futuri della multinazionale che si è però guardata bene dal metterli nero su bianco. Una sorta di: “non vi preoccupate stiamo lavorando per voi”. D’altra parte, questo atteggiamento della Nestlè, è ben conosciuto a Perugia, infatti alla vigilia di ogni ristrutturazione ha sistematicamente smentito quello che si accingeva a compiere.
Per tutti valga la ristrutturazione della primavera del 1997, quando la Nestlè ridusse la fabbrica a non più che dei capannoni industriali, spogliandola di tutte le funzioni strategiche, dalla ricerca al marketing e mandando a casa, in forme diverse, circa 650 lavoratori.
Da quel momento ogni intervento sul ciclo produttivo e sui prodotti ha significato: ulteriore spoliazione tecnologica, diminuzione dei volumi produttivi, perdita di salario e riduzione dei livelli occupazionali. Purtroppo a questa strategia aziendale troppe volte si sono accodati quelli che avrebbero dovuto salvaguardare gli interessi dei lavoratori, del territorio e della città di Perugia.
Quindi riteniamo giusta l’iniziativa che il Consiglio Regionale dell’Umbria, attraverso il presidente della seconda commissione Biancarelli, ha avviato, convocando una serie di audizioni sulla situazione che vive oggi la Perugina.
Ribadiamo l’urgenza e la necessità che sia aperta formalmente la “Vertenza Perugina” con l’obiettivo dichiarato di ricollocare il sito di San Sisto in una posizione rilevante dentro il comparto dolciario-alimentare della multinazionale Nestlè. Riteniamo che le organizzazioni sindacali e le istituzione debbano pretendere dalla Nestlè chiarezza sui progetti futuri per San Sisto, ad iniziare dalla definizione di un “piano industriale” imperniato su nuovi investimenti tecnologici, su l’ampliamento della gamma delle produzioni, sul rilancio del marchio, sull’allargamento occupazionale e l’innalzamento dei salari.
L’invito del Mise alla Nestlè per un confronto è positivo, ma assolutamente insufficiente se non sarà prevista anche l’apertura di un tavolo nazionale per discutere e approvare un piano industriale per la Perugina.
La Perugina si difende e si rilancia solo aprendo una vertenza vera, mobilitando il territorio e le sue espressioni sociali, politiche e culturali.
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