
Nodo di Perugia, Cocciari, nessuna disfida, ma io ho buone ragioni
Nodo Perugia – Voglio rispondere al sig. Gianfranco Mincigrucci, anzi a Gianfranco Mincigrucci, anzi a Gianfranco, se me lo consente, vista una conoscenza e anche una consuetudine tra noi che rimonta a varie decine di anni. Voglio subito precisare che non intendevo dare vita ad una corrida né ad una disfida cavalleresca, al termine della quale l’uno dei due rimanesse sul campo e l’altro potesse appoggiare il proprio scarpone sul cadavere dell’avversario sconfitto.
Né volevo confutare in toto la sua presa di posizione contraria al Nodino, questione che ha tali e tante implicazioni da non poter essere esaurita in poche righe. Dico soltanto che io ho buone ragioni per difendere la realizzazione del Nodino, lui ha altrettante ragioni, buone da parte sua, per opporvisi. Non volevo cioè sollevare un polverone mediatico, nel quale torti e ragioni venissero mescolate e rivoltate in modo che, alla fine, non si capisse chi ha ragione e chi no. Questa è stata e rimane la posizione di partenza del Comitato “Chi salverà Ponte San Giovanni” che io continuo a condividere, ma senza peraltro negare la legittimità delle opinioni di chi la pensa in modo contrario.
Dunque non era per me in discussione l’opportunità o meno che l’ANAS desse finalmente il via ad un progetto che, a mio giudizio, darà risposte a tante aspettative, che siano di Ponte San Giovanni o di tanti altri che soffrono dell’attuale situazione del traffico veicolare. Per me il Nodino va fatto, per Gianfranco no, e questo è assodato, legittimo e definitivo per ambedue. Non era questo il punto del mio intervento, perciò non starò a polemizzare sull’aggettivo “astioso” che mi è stato attribuito, né sulle ” circonvoluzioni cerebrali da letterato” che dimostrerebbero la miseria delle mie facoltà mentali e intellettive.

Ma io ho limitato le mie critiche ad un aspetto delle sue osservazioni che, francamente, senza alcuno spirito di fazione, trovo cervellotiche, non tanto riferito a lui che le riporta, quanto all’ANAS che le avrebbe avanzate già da anni, in documenti ufficiali. Era a questo che si riferiva il mio scritto quando ho parlato di “stupidità”, non volendo certo riferirmi alle facoltà intellettuali di Gianfranco Mincigrucci, usando un termine che sarebbe certamente suonato ingiustamente offensivo, ma ad una proposta variamente ripresa da molte parti e che cozza non contro valutazioni ingegneristiche, quanto contro il più banale buon senso e la più trita conoscenza del luogo di cui su parla.
Ecco cosa intendevo quando “sfidavo” Gianfranco ad una banalissima presa d’atto della realtà, da realizzare in una camminata insieme lungo la E45, nel tratto da Collestrada a Ponte San Giovanni, per verificare de visu quali tratti sarebbero idonei alla realizzazione della mitica “terza corsia” in ogni senso di marcia. Elemento questo, se fosse solo ipotizzabile, capace effettivamente di risolvere la questione della congestione su Ponte San Giovanni.
Mi sono perciò meravigliato di sentire di nuovo, attribuito a Gianfranco Mincigrucci, un elemento di valutazione che conta troppi facilissimi motivi di smentita, non tanto alla luce di studi universitari, ma di elementarissime osservazioni dirette sul campo, che ho dettagliato nel mio precedente intervento e che non starò qui a ripetere. Contesto infine l’affermazione che io, in quanto comune cittadino, non avrei titolo a partecipare a un dibattito che invece mi vede, quanto Gianfranco e chiunque altro, portatore di interessi vitali che attengono alla mia persona, alle mie conoscenze, all’ambiente generale in cui vivo.
Concludo rilevando che la vita e la salute del bosco di Collestrada interessano a me quanto a Gianfranco, insieme a quelle dell’Ansa degli Ornari e in genere dell’ambiente che mi circonda. In questo sono convintamente ambientalista, se solo si valuti salute ambientale anche come salute delle persone che in un determinato ambiente conducono la loro esistenza. Su questa base io valuto che il progetto del Nodino non potrà che avere risvolti positivi sulla vita delle persone che abitano almeno tra Collestrada e Balanzano, senza ripercussioni negative sull’ambiente in cui vivono.
Chiudo definitivamente questa mia risposta, invitando di nuovo Gianfranco Mincigrucci ad accettare il mio invito ad un’amichevole e non faziosa escursione sul tragitto indicato per giungere ad una serena valutazione dell’esistente, senza andare oltre, cioè senza valicare il confine delle personali valutazioni sulla bontà del progetto nel suo insieme.
Dovrebbe chiedere scusa a Gianfranco, non sul merito delle posizioni rispettive, ma sulle basse insinuazioni relative alla esistenza della Consulta dei Rioni.
si insiste sul dover visitare la tratta per dimostrare la impossibilità di una terza corsia, che ripetiamo ancora una volta , nessuno a mai proposto sulla intera tratta ma solo in prossimità delle uscite (svincoli) della E45
Mah, Fausto Cocciari si nasconde dietro gli atti di Anas, però è Anas stessa, a pag. 20 della sua relazione Giugno 2021, ad affermare che, col Nodino, nulla cambia dalla rampa alle gallerie a Perugia. Invece delle passeggiate, è disponibile Cocciari ad una lettura pubblica congiunta della Relazione Anas?
la E45 strada a 4 corsie è un’infrastruttura capace di smaltire 3000 veicoli ogni ora per senso di marcia che si muovono tra 70/90 km/h. Gli incolonnamenti che si creano sono dovuti esclusivamente al punto critico che è ben noto e cioè allo svincolo tra la E 45 e il raccordo Perugia Bettole, dove il flusso di 2000 veicoli ora, che sale verso Perugia, viene incanalato su un unica corsia. Pertanto è giocoforza la formazione delle file che si ripercuotono poi anche sulla E45. insomma eliminare quella criticità si risolverà il problema alla radice.
I fautori del nodino non propongono una mobilità alternativa su ferro, come la metro di superficie, ma il raddoppio del sistema stradale con una irresponsabilità totale perché? Per le spese future che ka comunità umbra dovrà supportare. Basta pensare ai costi insostenibile della tratta Collestrada-Ponte s.Giovanni- Perugia- Corciano che l’ANAS passerà in gestione alla Regione Umbria. sarebbe opportuno quindi intervenire sull’esistente e realizzare la mobilità alternativa, invece di massacrare il territorio simbolo della nostra bella Regione e raddoppiare i costi per un’altra superstrada. Quello che mi stupisce è che a capo di questi fanatici del trasporto su gomma a qualunque costo, ci sia un professore di scuola pubblica che viceversa, ai propri studenti, doveva sottolineare il paradosso dell’uso indiscriminato del mezzo su gomma, magari dimostrando, che esistono alternative!! ma che professore è costui? vergogna!
Si al nodo di Perugia.