
Senza il Superbonus sarà strage di posti di lavoro, Confartigianato lancia l’allarme
«L’economia del territorio non reggerebbe al colpo che si profila a causa del blocco dell’edilizia decretato dal Governo», lo dichiara Michele Medori, direttore di Confartigianato, che prefigura un taglio di 690 posti di lavoro nel Ternano e di 2160 nel Perugino, con un collasso occupazionale di 2850 posti a livello regionale.
«In una città distratta da polemiche spesso inutili, 690 famiglie che hanno un componente operante in una piccola o media imprese dell’edilizia e dell’impiantistica nella sola provincia di Terni rischiano di dover fare i conti nei prossimi giorni con la cassa integrazione e la perdita del lavoro se non cambierà il decreto del Governo che ha bloccato i bonus dell’edilizia e gettato nell’incertezza migliaia di imprese».
Questo è il dato che emerge da una elaborazione fatta dall’Ufficio Studi Confartigianato Nazionale su dati Istat e Mef che prevede 690 posti di lavoro a rischio nelle piccole e medie imprese dell’edilizia operanti nella provincia di Terni. Mentre l’impatto sulla provincia di Perugia è ancora più preoccupante: una riduzione di 2160 posti di lavoro. In questo modo la regione Umbria perderebbe 2850 posti di lavoro pari a una contrazione del 14,9% degli addetti nelle PMI operanti nell’edilizia.
Da non sottovalutare anche gli aspetti connessi con il credito: le banche applicano alle stesse imprese delle costruzioni in Umbria, sulla base di una elaborazione dell’Ufficio Studi Confartigianato su dati Banca d’Italia di giugno 2022, a un tasso (TAE tasso annuo effettivo , cioè il costo del denaro calcolato su interessi, commissioni e spese) corrispondente al 5,36% ben più alto della media del Centro Italia (4,47%) e con un gap di ben 195 punti rispetto al tasso applicato al totale delle imprese. Lo stesso studio (Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Enea e Istat) evidenzia che in Umbria a novembre 2022 il 72% del valore aggiunto delle costruzioni dipendeva dagli interventi del Superbonus 110%.
Non è ammissibile penalizzare le imprese che hanno la sola colpa di aver dato fiducia al Governo, realizzato gli interventi minuziosamente previsti dalla normativa, applicato i prezzari regionali, sopportato gli enormi oneri burocratici: Confartigianato nazionale ha calcolato che la normativa dei bonus edilizia, da maggio 2020 a novembre 2022 è stata oggetto di 224 modifiche, una ogni 16 giorni, il tutto per arrivare all’odierno blocco totale dei crediti.
I dati sopra esposti dimostrano che l’economia del territorio non può reggere al blocco repentino degli interventi del superbonus edilizia, che è stato decretato dal Governo. «Il rischio è troppo alto – conclude Michele Medori – “anche gli enti locali devono fare la loro parte e affiancare le forze sociali e le associazioni di categoria nelle azioni di pressione nei confronti del Governo affinché si superi il blocco e siano individuate soluzioni compatibili con la realtà economica delle imprese e con le difficoltà che stanno vivendo le famiglie».
Fanno schifo ! Non dovevano metterlo in campo e che puzzasse era prevedibile già dall ‘inizio
La responsabilità è esclusivamente imputabile al Governo Conte2 del quale, va ricordato, faceva parte il PD. E’ vero che fu il M5S, forte della maggioranza, a volere il “Superbonus” e la libera cessione dei crediti, ma va ricordato che il PD non si oppose, altrimenti sarebbe caduto il governo. Così, grazie al Governo “giallo-rosso”, è stato creato un buco nei conti dello Stato che Conte prima e Draghi poi hanno preferito lasciare in eredità a chi sarebbe venuto dopo. Ma nessuno vuol riconoscere l’errore fatto e anzi gli stessi responsabili in primis hanno il coraggio di criticare aspramente la Meloni che cerca di tamponare le conseguenze di quell’insensato provvedimento voluto dal M5S con il “consenso” politico del PD.
Basta con i bonus!! Il nostro è, purtroppo, un Paese di “furbetti”.