
Confcommercio Umbria chiede sospensione della Tari per l’anno 2021
Confcommercio Umbria: “No alla TARI 2021” Il presidente Giorgio Mencaroni: “Attività chiuse, ma Tassa rifiuti sempre a livelli record. In Umbria, alcune categorie pagano la Tari più alta d’Italia”
Confcommercio Umbria chiede una sospensione della Tari per l’anno in corso, a beneficio di tutte le imprese danneggiate dall’emergenza economica. Altro che “chi inquina paga”! Il principio europeo secondo il quale le amministrazioni dovrebbero commisurare la Tari ai rifiuti realmente prodotti è totalmente disatteso, specialmente in Umbria, dove alcune categorie di imprese detengono il triste primato della tassa più alta d’Italia.
“La tassa rifiuti TARI continua a rappresentare per le imprese del nostro territorio un peso insostenibile e spesso ingiustificato, se si considerano le iniquità che lo caratterizzano”, dice il presidente di Confcommercio Umbria Giorgio Mencaroni, sulla base dei dati raccolti dal portale Confcommercio www.osservatoriotasselocali.it e resi noti oggi.
Nell’andamento regionale per capoluoghi, l’Umbria conferma l’andamento nazionale: la differenza percentuale tra Tari pro-capite 2020 e Tari pro-capite 2019, sia a Perugia che a Terni, è infatti pari a zero: segno che un anno di pandemia sembra essere passato invano, da questo punto di vista.
Nonostante la chiusura delle attività, e il calo dei rifiuti che a livello nazionale è del 15% rispetto all’anno precedente, l’ammontare della TARI non è infatti sostanzialmente cambiato. Gli interventi di alcuni Comuni umbri, che hanno concentrato le riduzioni di costo sulla parte variabile della tassa come da indicazione dell’Arera, complessivamente non hanno inciso in maniera significativa sul peso sopportato dalle imprese. Di fatto, molte imprese umbre pagano ancora oggi più di quelle di altre regioni: un record odioso, soprattutto per alcuni settori costretti alla chiusura per lunghi periodi e per quelli legati al turismo, totalmente azzerato.
I settori Umbri più tartassati
“Questo drammatico elenco – aggiunge il presidente di Confcommercio Umbria – potrebbe continuare per molte altre categorie. Conclusione: si è fatto poco per le imprese chiuse per Covid e nulla rispetto a quelle attività che sono rimaste aperte, ma che, a seguito degli orari di attività ristretti, dei contingentamenti e della minor propensione dei cittadini a uscire e consumare, hanno registrato cali di fatturato significativi.
La Proposta di Confcommercio
Confcommercio chiede pertanto che siano esentate dal pagamento della Tassa tutte quelle imprese che, anche nel 2021, saranno costrette a chiusure dell’attività o a riduzioni di orario. Analoghe misure dovranno essere riconosciute in favore di tutte quelle altre imprese che, pur rimanendo in esercizio, registreranno comunque un calo del fatturato – e quindi dei rifiuti prodotti – a causa della contrazione dei consumi.
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