Pioggia dirotta il volo da Perugia a Pescara, tanti disagi

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Pioggia dirotta il volo da Perugia a Pescara, tanti disagi

Quando c’è maltempo non si scherza, soprattutto quando si viaggia in aereo. Un volo partito da Catania e diretto a Perugia, lo scorso 25 aprile è stato dirottato a causa del maltempo. E’ quando capito a quello della Ryanair “Fr 2705” che doveva atterrare al San Francesco alle 13.50 di martedì dirottato su Pescara con circa 190 passeggeri a bordo.

Disagi a non finire, quelli accaduti a chi si è trovato a viaggiare. A raccontare la disavventura è stata una mamma perugina che aveva deciso di passare il Ponte del 25 aprile con il figlio. Lo fa contattando il Messaggero Umbria, che nell’edizione di oggi ne ha riportato la sua intervista.

Il volo partito in orario da Catania era arrivato sulla direttrice di Sant’Egidio con almeno una decina di minuti di anticipo. Ma dopo che il comandante ha girato un po’ sopra Perugia ha annunciato che doveva cambiare destinazione verso Pescara.

La mamma perugina con il figlio è rimasti in balìa di tutto fino a che non sono riusciti a salire su due autobus che li hanno riportati a casa, alle 21.30, otto ore dopo il previsto.

Sulla pista di Pescara i passeggeri sono rimasti un quarto d’ora dentro l’aero in attesa di notizie. Intanto era arrivato l’sms che annunciava l’atterraggio in un altro aeroporto. Da quel messaggio poi nulla più – ha detto la signora al Messaggero Umbria.

«Siamo scesi dall’aereo, ci hanno fatto prendere i bagagli e abbiamo capito che non potevamo tornare a Perugia in aereo. Potevano non farci scendere e aspettare che il tempo migliorasse? Non lo so certo è che a terra non è andata proprio bene. Zero assistenza o quasi. Nessuna comunicazione. Chi aveva urgenze particolari ha provato con l’autonoleggio per tornare a casa. Fuori c’era la fila, non c’erano auto a sufficienza ma questo può starci. Verso le 14.50 arrivano due mini van. Ho fatto un conto: almeno ventisette persone sono riuscite a partire. Ma non c’era nessuno che gestisse le priorità. Per esempio genitori con bimbi piccoli, anche molto piccioli. Quindi è salito chi ha fatto prima e ha preso la strada di casa. Verso le 16.30 ci hanno dato un voucher a passeggero per andare al bar. Un ticket da 4 euro, i panini più a buon prezzo li ho visti a 7 euro e una bottiglia d’acqua ne costava uno e mezzo. C’era una scolaresca di Catania diretta a Perugia con le insegnanti che non sapevano più che pesci prendere. C’era un’addetta delle informazioni, ma qualcuno ha dovuto presentarsi come avvocato per farsi ascoltare e farla arrivare fino a dove eravamo, di fatto, accampati. Ma nessuna informazione ufficiale, nessun altro sms dalla compagnia».

Il tempo passa e solo verso le 18.30 sono arrivati due bus che li ha riportati a Perugia.

Ancora il racconto della mamma: «Dovevamo arrivare all’ora di pranzo, siano arrivati, sfiniti, per cena. Per carità il maltempo, la sicurezza, non si discute. Ma zero, dico zero informazioni ufficiali a parte uno scarno sms appena atterrati a Pescara, mi sembra veramente poco. Qualcuno ha fatto i conti che il bus doveva arrivare entro le tre ore dal momento che siamo atterrati a Pescara invece che a Perugia. Ce ne hanno messe più di quattro. Chissà se ci potremo appellare a quello per avere rimborsata almeno una parte del biglietto».

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