Coronavirus in Italia, la situazione dopo riaperture, l’analisi dell’esperto statistico

Coronavirus in Italia, la situazione dopo riaperture, l’analisi dell’esperto statistico

da Salvatore Sonni (esperto statistico)
Dopo le riaperture alle attività lavorative e sociali decretate di recente dal governo, si è adesso in attesa (ed in ansia) di verificare le ripercussioni sull’andamento dei contagi da Coronavirus.

Dopo alcuni segnali di allarme emersi nella giornata di martedì 19 maggio, i dati del 20 non evidenziano per il momento particolari segnali di preoccupazione, fermo restando il rincrescimento per certi deprecabili eccessi di liberalità rilevati in varie città che fanno temere che non tutti si sia perfettamente coscienti e responsabili del pericolo che resta sempre in agguato; pericolo in quanto il virus è ancora molto attivo ed è fra noi.

E’ bene anche ricordare che fino ad oggi non ci sono cure specifiche, pur essendo migliorati gli approcci medici alla malattia. Quest’ultima considerazione scaturisce da un minor ricorso alla Terapia Intensiva e (forse) minore mortalità, probabilmente dovuta appunto a un migliore approccio iniziale del trattamento medico.

E’ migliorato comunque il quadro generale nel Paese, con un trend favorevole di tutti gli indicatori principali del fenomeno epidemiologico; trend che continua ininterrotto oramai da più di un mese. Più lenta si è rilevata, purtroppo, la riduzione dei decessi, solo da pochi giorni scesi a valori intorno al centinaio al giorno (ieri 161).

Per quanto riguarda il centro-sud-isole, evidenziamo che si sono avute buone conferme di contenimento del contagio e buone prove  nei trattamenti e nei risultati sanitari, con dati generali a livello  – se non migliori –  di tante aree del nord, fin qui per certi aspetti più quotate.

NUOVI CONTAGI: sono  scesi oramai stabilmente sotto le 800 unità al giorno (ieri 665, pari al + 0,29%); ed infatti sono molti oramai i Paesi che ci hanno superato in  questa brutta graduatoria: oltre a USA, anche Russia, Brasile, Spagna ed UK, mentre si sono avvicinate Francia e Germania.

TERAPIA INTENSIVA: Si sono ridotti notevolmente i ricoveri, scendendo ad appena 676 unità, praticamente a un sesto rispetto al picco massimo di 4.068 dei 4 di aprile; oggi interessa lo 0,30% dei contagiati e in questo momento non rappresenta più un punto critico del sistema.

– RICOVERATI OSPEDALIERI: Sono diminuiti nettamente, a 9.624, pari al 4,2% dei contagiati (nel picco massimo arrivarono a oltre 29.000 e si era ai primi di aprile).

– RICOVERATI AL DOMICILIO: Anche questi sono scesi, ieri 52.452, unità, pari al 23,2% dei contagiati. Ricordiamo che arrivarono a oltre 83.000 ai primi di aprile.

– ATTUALI POSITIVI: Sono le persone contagiate residuali, ancora sotto cura. Sono scesi a  62.752 pari al  27,6% di tutti i contagiati (il restante 72,4% è composto dai guariti, 58,2% e dai deceduti, 14,2%). Ciò si è ottenuto grazie al fatto che da parecchie settimane i nuovi contagiati sono di molto inferiori alla  somma di guariti+deceduti.

Tiene sempre molto bene, come già accennato sopra, il sud nel suo complesso ed anche il centro, con Sicilia, Calabria, Basilicata, Campania e Lazio ma anche Toscana, in continuo miglioramento su tutti gli indicatori, comprese le guarigioni. Ciò conferma – e riteniamo opportuno ribadirlo – la validità delle restrizioni alla circolazione e l’efficacia delle operazioni di circoscrizione messe in atto attorno  ai nuovi casi di contagio che sono state determinanti, soprattutto nel centro-sud-isole!

DECESSI: Sono scesi sotto le 200 unità giornaliere, (ieri 161), per un totale di 32.330, pari al 14,2% dei contagiati accertati. Di tali decessi, ben il 48,4% proviene dalla Lombardia. Si rilevano forti differenze fra le varie regioni, in termini di indici di letalità. Si va da un minimo del 5,2% di Umbria e Molise e valori sotto l’8% di Basilicata, Sicilia, Calabria e Lazio, al pesante 18,3% della LOMBARDIA, agli oltre 14% di Emilia Marche e Liguria. La media nazionale è del 14,2%.

GUARITI: Si è arrivati a un traguardo di 132.282 guariti, pari al 48% dei contagiati. Le regioni più avanti in questa graduatoria, sono al momento: Umbria con 90,2%, poi Aosta con 83,9%, poi il Trentino con 83,6%. Le guarigioni in Lombardia sono appena al 50,6%, appesantite dall’incalzare dei nuovi contagi giornalieri.
Bene anche alcune regioni del centro sud-isole, come Calabria, Campania e Sardegna, che sono già oltre il 60% di guariti: la Basilicata è al 74% di guariti.

RAPPORTO GUARITI/DECEDUTI: Il rapporto medio nazionale GUARITI/DECEDUTI è di  4,09 :1, con sensibili differenze fra la varie regioni: l’Umbria ha il migliore indice, con 17,39; seguono Basilicata 10,85, Molise 9,18 e Trentino con 7,79. Lombardia ha un indice di  2,77, contro una media nazionale del 4,1%.

TAMPONI: in continuo aumento il numero dei tamponi eseguiti ad oggi un totale di 3.171.719, al ritmo di circa 70.000 tamponi al giorno.

Il diagramma a torta allegato, permette una visibilità immediata dei nuovi contagi giornalieri; secondo i dati di ieri 20/5, Lombardia con 294 contagi, Piemonte 158, Emilia 50 e Veneto 33, totale 535, pesano da sole per l’80% di tutti i contagi del Paese (ieri 665). E nel constatare come certe zone mantengono alti questi valori, viene subito da pensare agli allegri aperitivi di certi milanesi, che abbiamo visto in TV ed agli assembramenti di Bergamo e di altre città, così ben documentati da vari video, che tanto ci sconcertano!

Riteniamo opportuno pertanto e cogliamo l’occasione per ribadire – ancora un volta – che la comunità scientifica e il Governo hanno fatto la loro parte, fornendo anche un esempio imitato da buona parte del resto del mondo, imponendoci divieti e sacrifici cui tutti noi ci siamo coscientemente adeguati, che hanno dato, fin qua, i risultati sperati. Ma ora tocca  a noi, alla nostra responsabilità e al nostro buon senso, assumere comportamenti idonei alla situazione, per non vanificare quanto ottenuto!

Indietro non si può tornare, sarebbe un disastro inimmaginabile!


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