Non disperdere la storia e la cultura racchiuse nei dialetti umbri

Il dialetto è parte integrante della ricchezza e della varietà di un patrimonio che contribuisce a dare identità alla nostra bella Umbria”. Il consigliere regionale Paola Fioroni (Lega – vicepresidente Assemblea legislativa) annuncia il deposito di una proposta di legge che, come avvenuto in altre regioni, propone di strutturare “un sistema di supporto alla valorizzazione dei dialetti anche nella consapevolezza di dover promuovere e consolidare le relazioni intergenerazionali fra i più giovani e gli anziani tenutari delle nostre tradizioni”.

Paola Fioroni consigliere regionale Lega Umbria

“Nella proposta di legge – spiega Fioroni – viene istituito un comitato ad hoc che con integrazione fra i territori promuova azioni quali studi e ricerche sui dialetti, le loro caratteristiche nonché l’organizzazione di congressi, convegni, seminari e corsi di aggiornamento, favorendo la collaborazione con Università, centri di ricerca, associazioni culturali ed esperti del settore, in Italia e all’estero; la realizzazione nelle scuole di progetti per la diffusione della cultura legata ai dialetti dell’Umbria; la promozione di manifestazioni, spettacoli e le altre produzioni artistiche, mirate a far conoscere e a valorizzare i dialetti dell’Umbria e le realtà culturali ad essi legate; l’istituzione di premi per le tesi di laurea e di dottorato riguardanti i dialetti dell’Umbria”.

Il dialetto – prosegue Paola Fioroni – fa parte del bagaglio culturale che ognuno di noi porta con sé come patrimonio d’appartenenza poiché è l’inevitabile segno che ci identifica come parte di una certa comunità, in un certo luogo, ad un certo tempo e ci colloca nel posto preciso della nostra storia personale. Il dialetto rappresenta la nostra etichetta, le nostre radici, la nostra carta d’identità. Del resto ogni regione ha contribuito in maniera più o meno abbondante ad arricchire la lingua italiana e diversi dotti e letterati ne hanno fatto un elemento di studio nonché uno strumento da valorizzare e non disperdere per il prezioso contributo. Nel tempo il dialetto inteso come lingua è stato il mezzo per tramandare e identificare tutto: i soprannomi, i rioni, le località.

Diversi sono state le ipotesi anche sul numero dei dialetti presenti in Umbria: uno studio ne individua addirittura 13 tutti comunque identitari di territori e tradizioni come uno scrigno che conserva storia, usi e valori della comunità che lo parla. Così come disse Giacomo Leopardi: ‘due persone che si ponessero a scrivere uno stesso dialetto senza saper l’uno dell’altro, né seguire un metodo già ricevuto, si può scommettere che non iscriverebbero una parola sola nello stesso modo’”.

1 Commento

  1. Condivido in toto quanto dice il Consigliere Regionale Paola Fioroni. Il dialetto è un patrimonio culturale che non va disperso.

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