Draghi, covid, non ho data per riaperture, dipende da contagi e vaccinazioni

Va indicata una road map. Poi toccherà allo Stato fare lo Stato e assicurare che le regole vengano rispettate da tutti

Alessandro Sallusti la politica si è coalizzata contro Draghi
MARIO DRAGHI (Dire)

Draghi, covid, non ho data per riaperture, dipende da contagi e vaccinazioni

Nella campagna vaccinale “ci sono regioni più avanzate, ci sono molte diversità, insospettabili, questo dovrà influenzare le riaperture. Nelle Regioni più avanti sarà più semplice aprire. In tutto c’è la volontà mia e del governo di vedere le prossime settimane come settimane di riaperture e non di chiusure”. Lo ha detto Mario Draghi.

Il Premier ha anche detto che: “Ho visto Salvini e le Regioni, Anci, poi anche Bersani. C’ è un equilibrio. Normale chiedere aperture: la migliore forme di sostegno all’ economia sono le aperture, ne sono consapevole. Naturalmente condannare la violenza ma capisco la disperazione a l’ alienazione di chi protesta. Voglio vedere nelle prossime settimane di riaprire in sicurezza a partire dalle scuole, obiettivo è un mese di presenza”.

“Chiediamo che i dati scientifici valgano sempre, perché crediamo nella scienza. Se valgono i dati scientifici per le chiusure, la stessa scienza deve valere dove i dati migliorano, dalla chiusura si può tornare alla riapertura. Dove ci sono città oltre la soglia del rischio, cautela, prudenza e pazienza. Ma laddove ci sono parametri scientifici da giallo, una riapertura, sempre in base a soglie, distanze e cautele, deve essere calendarizzata, secondo noi già dalla seconda metà di aprile”. Queste, invece, le parole di Matteo Salvini su Sky TG24.

“Il mio auspicio – ha detto lasciando lasciando Palazzo Chigi dopo l’incontro con il premier Mario Draghi – , la mia convinzione, la mia speranza con la s minuscola e è che si possa tornare già dalla seconda metà di aprile, nelle città tranquille, a restituire serenità e fiducia ai cittadini”.

“Tradotto se ci sono 10 regioni italiane (tra cui l’Umbria) con dati positivi si può tornare a lavoro – prosegue – se i dati sono negativi nessuno vuole tentare degli azzardi. Ma ripeto: in questo momento ci sono almeno 6 Regioni italiane in cui si potrebbe tornare a lavoro, a bere un caffè restituendo serenità ai baristi e cittadini. Il presidente Draghi condivide il percorso di riaperture, spero che tutti gli altri siano d’accordo”.

“Protocolli seri, date certe una volta per tutte, e adeguati controlli così da garantire riaperture in totale sicurezza”. E‘ quanto dichiara Gian Marco Centinaio, sottosegretario alle Politiche agricole alimentari e forestali.

“Non si può accusare di essere irresponsabile chi chiede di ascoltare le proposte degli operatori di tanti settori messi in ginocchio dalla pandemia – sottolinea Centinaio – che non chiedono altro se non di poter tornare a lavorare. Certo bisogna tenere conto dei dati, ma se le proposte sono serie e realizzabili e se ci sono le condizioni si valutino le riaperture”.

“Non si può continuare a ignorare il dramma di categorie come i ristoratori, le partite Iva, di chi lavora nel turismo per fare soltanto qualche esempio. Bisogna accelerare la campagna vaccinale e mettere al più presto in sicurezza gli anziani e le persone fragili, ma allo stesso tempo va indicata una prospettiva al Paese. Alcune attività hanno bisogno di un’adeguata programmazione per poter ripartire. Non ci sono i partiti dell’apriamo tutto o del chiudiamo tutto – conclude Centinaio -. Va indicata una road map. Poi toccherà allo Stato fare lo Stato e assicurare che le regole vengano rispettate da tutti”./AdnKronos

 

 

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