
Ospedale di Terni verso la normalità dopo la prima fase Covid
di Monia Rossi
Dopo la prima fase dell’emergenza Covid-19 che aveva bloccato la maggior parte della chirurgia non oncologica differibile, all’ospedale di Terni si torna finalmente a dare una risposta adeguata anche a tutte quelle patologie urologiche funzionali complesse che compromettono la qualità della vita di una larga parte della popolazione maschile e femminile. Il primo intervento di chirurgia funzionale eseguito dall’equipe di Urologia ad indirizzo andrologico ed uroginecologico diretta dalla professoressa Elisabetta Costantini ha risolto il problema di una donna di 45 anni proveniente da fuori regione che aveva peregrinato per ben 5 anni senza avere una diagnosi.
Alla paziente i professionisti di Terni hanno scoperto una fistola vescico-vaginale complessa, causa di incontinenza continua, che è stata trattata chirurgicamente con approccio combinato endoscopico, laparoscopico e robotico, un tipo di intervento che viene eseguito in pochi centri in Italia perché richiede una tecnologia avanzata ed alti livelli di esperienza. La paziente è stata dimessa l’8 giugno, dopo tre giorni dall’intervento, in buone condizioni di salute.
“Oltre agli interventi oncologici, – spiega la professoressa Elisabetta Costantini – ora si potrà tornare ad operare molte patologie di tipo funzionale che affliggono una larga parte della popolazione maschile e femminile, a partire dai prolassi più severi e complicati che tratteremo con la chirurgia laparoscopica e robotica”.
“Insomma, – conclude la professoressa Costantini – dopo la pausa Covid-19, oggi si riparte con la marcia giusta e spero che questo inizio sia di buon auspicio per il futuro, per un ospedale che ha dimostrato di essere in grado di gestire brillantemente anche l’emergenza, grazie alla nostra dirigenza e alla professionalità dei nostri operatori sanitari. Molti degli infermieri di sala operatoria e del reparto di urologia hanno prestato servizio nelle unità Covid. A loro va il mio ringraziamento personale per il loro spirito di sacrificio ed anche per aver poi condiviso con noi la loro esperienza. E’ questo il significato della nostra professione e della nostra missione, la salute per tutti”.
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