
OPI Perugia: “Impensabile sostituire infermieri con OSS
“L’infermiere è l’operatore sanitario che, in possesso di titolo universitario abilitante e dell’iscrizione all’albo professionale, è responsabile dell’assistenza generale infermieristica – ricordano i membri dell’Ordine degli Infermieri di Perugia – la delibera della Regione Veneto n. 305 del 16 marzo 2021, attraverso la quale si è stabilito che gli OSS, con una banale formazione complementare, possano svolgere le funzioni in carico agli infermieri, non solo rappresenta un’offesa alla professionalità della nostra categoria, ma cosa ancor più grave, un rischio per la salute dei pazienti.
Lo svolgimento di attività infermieristiche è patrimonio esclusivo di esercizio professionale definito da una Legge dello Stato, che non può essere calpestata da un provvedimento regionale di gravità inaudita. Un Sistema Sanitario degno di tale nome – proseguono i membri dell’OPI Perugia – seppur in grave difficoltà, non può attuare scelte pericolose per l’incolumità dei pazienti. Non può esistere una figura professionale che per responsabilità, professionalità e formazione accademica possa sostituire in sicurezza un infermiere – ribadisce il Presidente dell’Ordine degli Infermieri di Perugia, Nicola Volpi – il provvedimento adottato in Veneto ‘al fine di contrastare la carenza di personale dovuta all’emergenza pandemica’, è motivo di grande preoccupazione, non soltanto per la comunità professionale infermieristica, ma per la salute dei cittadini, che è un diritto di ciascuno e che, come tale, va tutelato.
Sostituire gli infermieri con figure sanitarie ‘alternative’ o figure professionali con diversa preparazione, come ad esempio i farmacisti impiegati nelle vaccinazioni, lede il diritto alla salute del cittadino e mortifica un’intera categoria professionale. La professionalità infermieristica è infungibile – rimarca – la commistione di ruoli e l’espletamento di mansioni improprie, espone inoltre i professionisti non infermieri a reati quali l’abusivismo della professione di cui all’art.12 Legge 3/2018, pertanto – conclude Volpi – è opportuno che le istituzioni mettano in atto ogni azione necessaria per prevenire che altre professioni sanitarie superino il perimetro di competenza dell’infermiere”.
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