Covid: pillola antivirale Paxlovid Pfizer delude come arma prevenzione

Azienda comunica risultati studio condotto su persone che vivono con positivi, non raggiunto obiettivo

Covid, prescritto in Umbria per la prima volta l'antivirale Paxlovid

Covid: pillola antivirale Paxlovid Pfizer delude come arma prevenzione

La pillola anti-Covid Paxlovid* di Pfizer delude nell’utilizzo finalizzato a prevenire l’infezione in persone esposte al virus in quanto conviventi di positivi. L’antivirale era sotto esame da questo punto di vista in uno studio i cui risultati sono stati resi noti dalla stessa azienda in questi giorni. Dai dati è emerso che l’obiettivo primario del trial di fase 2/3 Epic-Pep “non è stato raggiunto”, ha spiegato Pfizer.

Finalizzato a valutare l’uso profilattico post-esposizione, lo studio ha rilevato “riduzioni del rischio del 32% e del 37% negli adulti che hanno ricevuto Paxlovid, rispettivamente per 5 e 10 giorni, con l’obiettivo di prevenire l’infezione”. Questi risultati “non erano statisticamente significativi e, come tale, l’endpoint primario di riduzione del rischio di infezione confermata e sintomatica da Covid negli adulti esposti al virus attraverso un contatto positivo nell’ambito familiare non è stato raggiunto”.

In questo trial il profilo di sicurezza è rimasto generalmente coerente quando il farmaco è stato utilizzato per cinque o dieci giorni. Le analisi di tutti gli altri obiettivi fissati e dei sottogruppi sono in corso. “Abbiamo progettato il programma di sviluppo clinico per Paxlovid in modo che fosse completo e ambizioso – ha affermato Albert Bourla, presidente e Ceo di Pfizer – Sebbene siamo delusi dall’esito di questo particolare studio, questi risultati non influiscono sui forti dati di efficacia e sicurezza che abbiamo osservato nel nostro precedente studio per il trattamento di pazienti Covid ad alto rischio di sviluppare malattie gravi, e siamo lieti di vedere il crescente utilizzo a livello globale di Paxlovid in quella popolazione”.

Quanto alla profilassi post-esposizione, lo studio Epic-Pep nell’analisi top-line ha valutato i dati di quasi 3mila adulti. Sono state arruolate persone con risultato negativo al test antigenico rapido, senza sintomi e contatti domestici di persone positive sintomatiche. Il reclutamento è iniziato a settembre 2021 ed è stato completato durante il picco dell’ondata della variante Omicron di Sars-CoV-2.

(Lus/Adnkronos Salute)

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