
Covid: in Umbria 64% variante inglese e 32% brasiliana
Secondo l’ultima sorveglianza a cura dell’Istituto superiore di sanità, attraverso l’analisi di campioni per rilevare la presenza di varianti, l’Umbria registra un 64% di inglese e un 32% di brasiliana. Un problema “particolarmente importante per la regione” è ancora quello delle varianti, come hanno spiegato i rappresentanti del Nucleo epidemiologico regionale durante l’aggiornamento sull’andamento della pandemia.
A preoccupare è soprattutto la variante brasiliana “perché sappiamo – ha detto Marco Cristofori – che elude in parte l’attività dei vaccini”. In una terza ondata dove la prevalenza di varianti è stata alta in tutta Italia e in Umbria in particolare, ha ricordato Cristofori, “la curva epidemica ha così faticato molto a scendere con un calo comunque abbastanza costante”.
Per Cristofori quindi, nonostante ci sia in Umbria una prevalenza forte di varianti più aggressive, “con la tendenza a livelli bassi di incidenza come gli attuali l’infezione comunque diventa controllabile”.
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