
da Fausto Gentili (coordinatore regionale Umbria di Sinistra Ecologia Libertà)
Il comunicato di Legambiente Umbria, che protesta contro la decisione della Regione di ridurre il contributo ambientale per le imprese estrattive, solleva un problema di primaria grandezza, che riguarda la crisi di un settore rilevante dell’economia regionale e coinvolge questioni altrettanto decisive: il modello di sviluppo che vogliamo perseguire, la qualità ambientale, il rapporto tra beni comuni e interessi privati. Non è così, sostiene Legambiente, “che si risollevano le imprese estrattive e l’edilizia, ma promuovendo una innovazione capace di fare di questa attività un settore all’avanguardia, puntando sul recupero degli inerti e garantendo la tutela del paesaggio”.
Siamo d’accordo: la risposta da dare alla crisi dell’edilizia deve partire da un’innovazione radicale, un ribaltamento delle pratiche consolidatesi negli ultimi decenni, e se persino il Governo dello sblocca- Italia ha ritenuto di dover impugnare la legge urbanistica umbra vuol dire che davvero è maturo il tempo di un ripensamento e di una svolta. Il momento è ora: occorre puntare sul riuso dell’edificato, sulla qualificazione ambientale degli edifici, sulla salvaguardia delle risorse naturali, sugli interventi attivi di manutenzione del territorio, coinvolgendo l’impresa edilizia in un percorso di radicale innovazione e qualificazione del lavoro.
L’abbiamo detto più volte e lo ripetiamo: porteremo nel Consiglio regionale dell’ Umbria la battaglia perché l’obiettivo proposto dalla Commissione Europea di arrivare al consumo zero di suolo sia assunto non come un invito, ma come un vero e proprio vincolo, una sfida positiva alle capacità di innovazione delle amministrazioni locali e delle imprese.
tanti auguri ma la vedo dura