Sanità, M5S, De Luca, Umbria sud carenza personale e presidi chiusi
Mentre a Perugia l’ospedale riparte con l’attività ordinaria, a Terni si continua a combattere in emergenza come se fossimo ancora in piena pandemia. Nell’Umbria che viaggia a due velocità con le politiche sanitarie della Regione, ci sono cittadini di Serie A e cittadini di Serie Z. Un problema che si aggiunge alle criticità dei tempi di intervento del 118 già sottolineate dal Movimento 5 Stelle. Nella conferenza stampa telematica sulla marginalizzazione dell’Umbria meridionale nelle politiche sanitarie della Regione, si è parlato della carenza strutturale dell’Ospedale Santa Maria di Terni, della grave situazione dei presidi territoriali con le chiusure di Narni, Amelia, Orvieto e Spoleto. E del progetto del nuovo ospedale di Narni-Amelia in località Cammartana che sembra essere scomparso dai radar.
“Una situazione esplosiva che può far deflagrare Terni e l’Umbria meridionale – ha detto il consigliere regionale del Movimento, Thomas De Luca – quando ci si candida a governare una regione bisogna avere le idee chiare e l’umiltà di ascoltare le rappresentanze istituzionali dei territori. Nella risposta all’ultima interrogazione in Consiglio Regionale, l’assessore alla Sanità Luca Coletto ha parlato della necessità di rivedere l’intero assetto delle strutture sanitarie, ma a Perugia la realizzazione degli ospedali di Branca o Pantalla non è mai stata messa in antitesi con il Silvestrini. La dialettica è sempre tra il nuovo ospedale di Terni e quello di Narni-Amelia. Le esigenze tra capoluogo e territori limitrofi si pongono solo nell’Umbria meridionale. Chiediamo che venga fatta una programmazione”.
E’ il consigliere comunale di Terni, Claudio Fiorelli, ad esporre le proposte del Movimento 5 Stelle in ambito sanitario: “Aggiornare l’organico a Terni dove ci sono reparti chiusi per mancanza di personale. Maggiore interazione tra azienda ospedaliera e Asl di appartenenza per sfruttare le peculiarità del territorio che resta attrattivo per nord del Lazio e Abruzzo, rivedere il network della sanità. I pazienti ad alta intensità di cura devono essere gestiti da strutture ad alta specializzazione che hanno personale adeguatamente formato in modo da lasciare agli ospedali limitrofi le cure dei pazienti a media o bassa intensità. La fisioterapia, di cui si parla sempre troppo poco, va potenziata negli ospedali per i pazienti più gravi e soprattutto nel territorio, inclusa quella domiciliare”.
Per Fiorelli occorre subito riaprire gli ospedali di Narni, Amelia, Orvieto ed il Pronto Soccorso di Spoleto: “Chiusi quando c’era bisogno di posti letto costringendo Terni ad accogliere tutti i malati dell’Umbria meridionale, Foligno compresa. A lungo termine bisogna pensare all’Ospedale di Terni che ormai ha limiti strutturali. Servono strutture nuove, altrimenti ogni euro investito è un euro buttato. Che fine ha fatto il progetto del nuovo ospedale di Narni-Amelia?”. Fiorelli si sofferma anche sulla gestione dell’emergenza Coronavirus: “Se l’Umbria ha avuto pochi casi Covid è stata pura fortuna. La Regione tutto quello che poteva sbagliare l’ha sbagliato. A cominciare dagli 80 ternani che tornarono a Bergamo proprio all’inizio dell’emergenza per essere messi in quarantena volontaria, mentre l’assessore alla Sanità andava e veniva dal Veneto. L’unica decisione è stata togliere le ferie a chi lavorava. A Perugia si investe e ci sono ospedali limitrofi a supporto. A Terni nelle terapie intensive c’è un via vai di neo laureati che devono essere specializzati. E’ cambiata la giunta ma le politiche sono sempre le stesse”.
Sulla situazione critica dei presidi nei territori sono intervenuti i consiglieri Gianfranco Chieruzzi, Romano Banella (Amelia) e Luca Tramini (Narni). Il distretto sanitario Narni-Amelia abbraccia una popolazione di 52 mila abitanti ed è il terzo distretto dell’Asl Umbria 2 per indice di invecchiamento, quarto per superficie. Un’enorme fetta di popolazione abbandonata a se stessa senza presidio medico fino al 31 dicembre. Per il consigliere narnese Luca Tramini: “I medici hanno chiesto di poter effettuare piccole operazioni in modo da alleggerire il lavoro dell’ospedale di Terni. Perchè Terni ha riavviato i servizi e Narni-Amelia no? L’ospedale di Narni era un’eccellenza nelle nascite ed è stato chiuso per assenza di rianimazione pre-natale, nonostante altri ospedali con le stesse criticità siano rimasti aperti. Ci siamo rivolti alla presidente Pace perchè da narnese conosce molto bene la situazione, non ci può rispondere con insulti e giri di parole. La campagna elettorale è finita, adesso devono intervenire. Ci sono famiglie costrette ad emigrare per operazioni che potrebbero fare a 20 minuti da casa”.
Il progetto del nuovo ospedale di Narni-Amelia, intanto, è sparito dai radar: “Milioni di euro spesi per il progetto esecutivo e ora che siamo in dirittura d’arrivo la giunta regionale mette in dubbio la presenza di fondi. In realtà l’unico ostacolo è la volontà politica – ha detto Gianfranco Chieruzzi – nel 2017 l’Asl Umbria 2, tolte le aziende ospedaliere, aveva 2,4 posti letto ogni mille abitanti mentre nell’Asl Umbria 1 erano 4,6. E’ così che la Regione ha raggiunto il limite imposto per legge di 3 posti letto ogni mille abitanti. In questa parte dell’Umbria siamo attrattivi e facciamo guadagnare la nostra sanità, ma gli ospedali sono lasciati all’abbandono”. Per Romano Banella: “Uno dei più grandi paradossi dell’emergenza è stata la chiusura dei punti di primo soccorso. E’ inaccettabile che l’assessore alla Sanità abbia ammesso che la richiesta di chiudere ad Amelia sia arrivata dal personale operante che non si sentiva di lavorare in condizioni di poca sicurezza. Nessuno avrebbe negato la dotazione di maggiore personale durante l’emergenza, semplicemente non è stato chiesto. L’Ospedale di Amelia è stato cannibalizzato, la sala operatoria è stata chiusa, di conseguenza il ventilatore polmonare è stato portato a Terni e riportato solo adesso. Siamo al punto di doverci accontentare delle donazioni dei cittadini per Cardiologia, dell’apertura a singhiozzo di Radiografia e delle pessime condizioni del laboratorio analisi un tempo fiore all’occhiello”.
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