
(umbriajournal.com) PERUGIA – “In accordo con i Comuni abbiamo varato un regolamento che vuole snellire le procedure e nello stesso tempo garantire al massimo diritti e doveri di coloro che aspirano all’assegnazione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica”. Stefano Vinti, assessore regionale alle politiche abitative, commenta così l’approvazione da parte della Giunta regionale del regolamento che disciplina le norme di riordino in materia di edilizia residenziale sociale. Il regolamento, che ha già avuto il via libera del Consiglio delle autonomie locali, sarà ora trasmesso alla competente commissione del Consiglio regionale per il parere previsto dalla legge. Gli elementi salienti riguardano i requisiti di accesso all’Edilizia residenziale pubblica. Vengono disciplinati gli aspetti che riguardano la composizione del nucleo familiare aspirante all’assegnazione (coniugi separati, coniuge residente all’estero, ecc.), e viene stabilito il termine entro il quale deve essere costituito un nuovo nucleo familiare, nell’ipotesi in cui il richiedente abbia manifestato tale volontà in domanda. Inoltre, viene stabilito in 12.000 euro il limite massimo di ISEE per concorrere ai bandi. La legge regionale infatti introduce, per la prima volta, l’ISEE quale modalità di valutazione della capacità economica del nucleo familiare aspirante all’assegnazione, che fino ad oggi, era determinato in base al reddito. Infine, i nuclei familiari richiedenti, per poter concorrere ai bandi per l’assegnazione, non devono, evidentemente, essere proprietari di alloggi idonei. Pertanto, nel regolamento, vengono stabiliti i parametri per considerare un alloggio idoneo, sia come consistenza che come reddito da fabbricati.
“L’intervento pubblico nel settore delle politiche abitative, ha dichiarato l’assessore Vinti, è stato molto influenzato, negli ultimi anni, da profondi mutamenti istituzionali, che hanno avuto forti ripercussioni anche in materia di edilizia residenziale pubblica. La crisi economica ha portato con sé una drastica riduzione delle risorse a disposizione, richiedendo, quindi, alle Regioni un’attenta riflessione in merito alla possibilità di modificare l’organizzazione della macchina pubblica, di semplificare l’azione politico-amministrativa e di individuare nuovi strumenti per ridurre, razionalizzare e riqualificare la spesa”.
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