
Gruppo Pd, “Nodino” di Perugia, da mesi proponiamo soluzioni alternative
dal Gruppo Partito Democratico in consiglio comunale di Perugia
Dopo un’interrogazione presentata il 25 gennaio e discussa il 3 marzo dalla Consigliera dem Ranfa e alla quale è stata data una risposta a dir poco elusiva, il 22 marzo i Gruppi consiliari Partito Democratico, Idee Persone Perugia, Rete Civica Giubilei hanno depositato un ordine del giorno urgente sull’annoso tema del cosiddetto “Nodino” di Perugia. Malgrado il carattere d’urgenza si è preferito dare priorità ad altre pratiche, rimandando la discussione di un mese (ci auguriamo venga fissata per il 22 aprile). Dopo la riposta inadeguata avuta a seguito dell’interrogazione, ci siamo rivolti di nuovo all’Amministrazione comunale per impegnare innanzitutto Sindaco e Giunta a partecipare con il Consiglio i propri intendimenti riguardo al “Nodino”, ma soprattutto per valutare soluzioni alternative a un progetto fortemente impattante, che tra l’altro non risolverebbe i problemi di traffico se non in una percentuale irrisoria (circa il 15%).
Inoltre, l’ipotizzata progettazione definitiva fa riferimento a un progetto preliminare di circa 20 anni fa, e pertanto non può prescindere dagli indiscutibili e ovvi cambiamenti che le dinamiche di sviluppo e tutela hanno determinato in materia di flussi di traffico, salvaguardia ambientale e compatibilità tra costi e benefici.
Riteniamo infatti che le alternative percorribili volte a raggiungere l’obiettivo di diminuire il traffico nei tratti interessati possano essere molte, come migliorare la viabilità provinciale ed interregionale intorno all’area perugina, sfruttare in maniera adeguata le sedi attuali, accanto a una ricognizione nonché riorganizzazione/implementazione di un sistema pubblico dei trasporti che sia più efficiente ed efficace.
L’impegno che chiediamo al Sindaco e alla sua Giunta è quello di farsi portavoce di soluzioni che rispondano ai principi di sviluppo sostenibile e attuino una transizione ecologica autentica (in linea con quanto richiesto dal piano Next Generation EU), e soprattutto quello di avviare quanto prima un percorso partecipativo con comitati, associazioni e i cittadini tutti, che attendono da troppo tempo risposte chiare, ancora non pervenute.
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