
Fasci littori mercato coperto, Bori: “Ancora nessuna copertura”
“In occasione del centesimo anniversario della Marcia su Roma del Partito fascista, partita proprio da Perugia, occorre constatare con rammarico e sconcerto il fatto che i fasci littori del Mercato coperto, rinvenuti nel corso della ristrutturazione della struttura, sono ancora lì al loro posto, nonostante la promessa della giunta comunale di coprirli”. Così i Gruppi consiliari Partito Democratico e Idee Persone Perugia insieme al consigliere regionale del Pd, Tommaso Bori, in una nota congiunta.
“Vogliamo sottolineare questa promessa mancata, promessa fatta per giunta dal sindaco Romizi in occasione del 25 aprile, giorno della Liberazione – spiegano i consiglieri – in un momento storico particolare come l’anniversario della Marcia su Roma, che in tanti suscita ancora, e purtroppo, istinti nostalgici. Vogliamo farlo inoltre in un contesto politico in cui la nuova premier, legittimamente eletta dalla maggioranza dei cittadini, ha dovuto fare un’operazione di chiarezza sul suo rapporto con il fascismo e con i regimi, alla luce di posizioni assunte nel corso del proprio percorso politico, sempre poco chiare e nette”.
“I fasci del Mercato coperto – continua la nota – vanno coperti ed è inaccettabile che siano valorizzati con fondi pubblici, dato che si tratta di un’opera raffigurante il simbolo del Partito nazionale fascista, fulcro di un regime autoritario e di un drammatico segno lasciato sulla storia del Novecento del nostro Paese. Il Comune ascolti la reazione che si era scatenata intorno dopo il rinvenimento di quei simboli in città e tiri finalmente una linea netta con questo passato terribile.
È inutile negare che questo ritardo per noi risulta particolarmente preoccupante. Preoccupante perché il Comune di Perugia è anche quello che ha organizzato, in occasione della Giornata del ricordo 2020, cerimonie ed eventi ufficiali con case editrici di proprietà di movimenti neofascisti. Serve un segnale netto, una scelta di campo senza ambiguità ed è quindi quanto mai urgente che il Comune provveda alla copertura di quell’obbrobrio della storia”.
Ripeto quanto scrissi mesi fa su tale argomento. Anni fa Rutelli, certamente anti fascista, disse che “se uno riorganizza il Partito Fascista va perseguito, ma non possiamo prendercela coi tombini del ventennio o con chi compra i cimeli o le memorie del Duce. Che facciamo, cancelliamo i fasci littori o i residui del motto “Credere Obbedire Combattere che stanno negli edifici dell’Opera Nazionale Combattenti?”
Pier Paolo Pasolini diceva che “buona parte dell’antifascismo di oggi o è stupido o è pretestuoso perché finge di dar battaglia a un fenomeno morto e sepolto”.
In varie città del nostro Paese vi sono vie o piazze intestate a Lenin, a Stalin o al Maresciallo Tito eppure non mi risulta che amministrazioni di centro-destra abbiano cambiato i nomi a quelle strade o alle piazze.
Simboli, statue appartengono al passato, alla storia di un Paese e distruggerli non serve a cancellare i periodi bui di un Paese, anzi servono piuttosto a tenere viva la memoria degli errori fatti nell’ormai lontano passato. Purtroppo, la sinistra ha paura anche dei fantasmi. Evidentemente, non ha altro di più importante di cui preoccuparsi e infatti i recenti risultati elettorali ne sono una chiara dimostrazione.