Donatella Porzi lascia Pd e guarda ad Azione di Carlo Calenda

Per tutta la giornata di ieri si sono susseguiti rumors

Donatella Porzi lascia Pd e guarda ad Azione di Carlo Calenda

Donatella Porzi lascia Pd e guarda ad Azione di Carlo Calenda

Donatella Porzi lascia il gruppo consiliare del Partito democratico. Lo ha fatto con una lettera ufficiale inviata alla Presidenza del Consiglio regionale dell’Umbria in cui nel comunicare la revoca di adesione al gruppo consiliare del Pd, chiede di aderire al Gruppo misto.  Per tutta la giornata di ieri si sono susseguiti rumors secondo i quali, Porzi, oltre ad abbandonare il gruppo in Assemblea Legislativa, sarebbe anche in procinto di lasciare il Pd. Nessuna conferma e le bocche sono cucite ma di certo la coincidenza, almeno temporale, con le elezioni del 25 settembre e con il fatto che si sia deciso di escludere i consiglieri regionali, non può non essere notata.

Altrettanto vero che frizioni, più o meno esternate col partito, si erano già registrate.  Donatella Porzi è stata eletta in Consiglio regionale nel 2015 tra le fila del Partito democratico e poi dell’Assemblea legislativa è stata lei stessa presidente. Rieletta nel 2019 già da qualche mese era data come in rotta col partito.

Secondo le chiacchiere dei ben informati Porzi potrebbe essere in procinto di passare con Calenda e aderire così al terzo polo.

L’ormai ex consigliera Dem si iscrisse alla Margherita nel 2004 quando venne eletta consigliere comunale al Comune di Cannara e venne nominata assessore all’istruzione e alle politiche giovanili e sociali. Resta in quel ruolo fino al 2009. Poi l’allora presidente della Provincia di Perugia, Marco Vinicio Guasticchi la vuole nella sua giunta provinciale, dove resta fino all’elezione in consiglio regionale./ dal Corriere dell’Umbria

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1 Commento

  1. Mi fa piacere che la Consigliere Regionale si sia resa conto della realtà. L’eventuale ingresso nel Terzo Polo non è certo il massimo (i centrini non sono nè carne, nè pesce) ma l’importante è iniziare un percorso di ravvedimento politico.

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