
No ai clandestini sì alle famiglie che scappano dalla guerra a Città di Castello In molti hanno preso parte al corteo organizzato dalla Lega Nord di Città di Castello per protestare contro il probabile arrivo di nuovi immigrati nel comune tifernate. “Siamo soddisfatti per come ha risposto la popolazione alla nostra iniziativa – si legge nella nota – In tanti hanno presenziato al nostro corteo per dire NO all’ arrivo di altri immigrati clandestini nel nostro comune, stanchi di mantenere disoccupati stranieri, sconosciuti e imposti dal Governo Centrale attraverso una politica senza criterio e programmazione.
Non sono queste le risorse di cui ha bisogno Città di Castello basti pensare che nel 2014 sono stati stanziati con fondi regionali e comunali quasi 200 mila euro per il contributo degli affitti e tra i beneficiari c’erano solo 12 famiglie tifernati, nel 2015 la situazione non è cambiata visto che solo il 30% dei contributi è andato a famiglie italiane. Questa volta l’arrivo di immigrati al rione Prato verrà finanziato con contributi europei, ma poco cambia perché ad oggi nel nostro comune molti cittadini devono avere ancora i soldi dei tanti bandi sociali per disabili sino dal 2010, per loro solo problemi burocratici, niente vitto e alloggio gratis.
E’ questo il vero paradosso. Con questa manifestazione abbiamo voluto dire NO alla politica di imposizione da parte del Ministro degli Interni Alfano che, incurante delle amministrazioni cittadine, impone sconosciuti, disoccupati, stranieri sui vari comuni italiani: ciò che noi chiediamo è chiarezza.
Ci deve essere certezza quando arriva uno straniero in un qualsiasi comune, il sindaco non può essere saltato e i cittadini devono essere messi a conoscenza di ciò che accade perché altrimenti si creano tensioni che non fanno bene a nessuno. Città di Castello oggi ha detto pubblicamente NO all’ingresso di nuovi immigrati, ma non si tira certo indietro all’accoglienza dei veri profughi di guerra e alle loro famiglie . Fuori da questo contesto siamo di fronte solo ad affari immobiliari e speculativi che avvantaggiano pochi e fanno danno a molti”.
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