Michele Fioroni critica mostra Heartquake a Bruxelles Regione reagisce PERUGIA – “Sorprendono le dichiarazioni dell’assessore comunale di Perugia Michele Fioroni comparse oggi sulla stampa in merito alla mostra ‘Heartquake’ allestita nella sede istituzionale del Comitato delle Regioni a Bruxelles che documenta il percorso effettuato per la ricostruzione post sisma del 1997 e in parte quella, aperta, connessa al terremoto di Norcia e della Valnerina del 2016”. È quanto si sottolinea in una nota della Giunta regionale dell’Umbria.
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“Le considerazioni dell’assessore comunale, oltre ad essere fuori luogo, sono prive di sensibilità istituzionale verso la Regione e verso i Comuni, a cominciare da quelli che da due anni sono alle prese con il difficile percorso di gestione dell’emergenza sismica e della ricostruzione, non solo materiale, ma anche economica e sociale del territorio. Oltretutto – si rileva – si mostra di non conoscere la differenza fra comunicazione istituzionale e promozione turistica”.
“La Regione, convintamente, ha presentato la mostra in occasione della Settimana delle Regioni e delle Città d’Europa che ogni anno si svolge a Bruxelles, gli ‘open days’ in cui si raccontano le migliori esperienze sull’utilizzo della programmazione europea, delle risorse dei fondi strutturali e le buone pratiche attuate da Regioni e Comuni sul territorio. Quale migliore occasione– si afferma – per mostrare la grande esperienza dell’Umbria a venti anni dal sisma del 1997, la ricostruzione che ha garantito sicurezza e riqualificazione delle città, e al tempo stesso per evidenziare il fondamentale apporto delle istituzioni europee, Commissione Europea e Parlamento, a fianco delle Regioni e dei Comuni colpiti attraverso un concreto impegno che per il sisma del 1997 si concretizzò con la piena flessibilità delle risorse finanziarie assegnate all’Umbria e oggi, dopo gli eventi sismici del 2016, con il fondamentale supporto di una dotazione finanziaria aggiuntiva per l’Umbria e le altre regioni colpite”.
“Una dotazione aggiuntiva – prosegue la nota della Giunta regionale – che per l’Umbria significa poter contare su 100 milioni di euro a disposizione dei territori e del sistema economico e produttivo, per aiutare non solo la ricostruzione materiale degli edifici danneggiati, ma anche la ripresa sociale ed economica delle comunità e della regione nel suo insieme”.
“La polemica sterile animata dall’assessore comunale di Perugia – ai aggiunge – rivela di non sapere che proprio queste risorse aggiuntive della programmazione europea sono state utilizzate in questi ultimi due anni anche per sostenere, in maniera consistente, la campagna di promozione dell’Umbria e del capoluogo regionale per favorire la ripresa turistica dopo i danni provocati dal sisma al comparto turistico nell’intera regione. La stessa Perugia, infatti, pur essendo fuori dal ‘cratere’ del sisma 2016, beneficia delle risorse finanziarie volte alla promozione e al sostegno delle piccole e medie imprese della filiera del turismo e di quella agricola”.
“Non può essere sottovalutato, inoltre – continua la nota – che per ricostruire e ripartire dopo il sisma c’è bisogno di risorse finanziarie per un medio-lungo periodo e quindi non si può immaginare di ‘silenziare’ il lavoro di istituzioni, Regione e Comuni, volto ad aiutare cittadini e imprese nel percorso di ritorno alla normalità”.
“Ci sarebbero voluti sensibilità istituzionale e rispetto – si dice ancora – verso chi, Regione e Comuni del ‘cratere’, da due anni portano avanti un lavoro faticoso, di dialogo istituzionale e di relazioni, per costruire quell’adeguata programmazione di risorse finanziarie necessarie all’Umbria, a Norcia, Spoleto e tutta la Valnerina colpita. Solo chi non è abituato a ricercare con tenacia risorse finanziarie per le politiche pubbliche può lasciarsi andare a queste dichiarazioni polemiche e che fanno solo danni al territorio che ha molto bisogno dei fondi strutturali così come di evidenziare la concretezza dei risultati raggiunti, le buone pratiche attuate, specie in questa fase nella quale è aperto con le istituzioni europee il confronto per la nuova programmazione post 2020”.
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