UMBRIA, TURISMO, SENZA PROMOZIONE INTEGRATA SI PERDE TRENO DELLA RIPRESA

Vincenzo Bianconi
Vincenzo Bianconi
Vincenzo Bianconi

(umbriajournal.com) UMBRIA – “La promozione integrata è l’unica chance per diventare competitivi sul mercato. Significa ottimizzare le risorse di tutti i comparti, che, messe insieme, consentano la diffusione del brand Umbria. Bisogna ancora superare ostacoli di tipo culturale, ma non si può aspettare: il salto è obbligato, perché le imprese stanno morendo”.

Vincenzo Bianconi, presidente Federalberghi della provincia di Perugia, ha aperto così il V Forum del Turismo della Federalberghi-Confcommercio della provincia di Perugia, presso l’Hotel Plaza a Perugia. Il presente è decisamente critico – ha aggiunto Bianconi – ma le potenzialità del turismo umbro, sembrerebbero incoraggianti: nei prossimi 10 anni si prevedono 8 milioni di nuovi turisti; tra i 5 paesi che sono in pool position per contenderseli c’è anche l’Italia.

L’80% della domanda turistica sarà costituita da stranieri, mentre la domanda interna continuerà ad avere un andamento modesto. Il viaggiatore che viene dall’estero ha una forte capacità di spesa e vuole qualità. Altro elemento che connota e connoterà sempre più il mercato turistico: la gente non prenota più nulla senza prima informarsi sul web.

E’ essenziale perciò – è stato detto nel corso del Forum – avere una buona reputation che viaggi su internet e sui social. Da questo punto di vista l’immagine dell’Italia è molto caratterizzata e legata alla tradizione eno-gastronomica, che ne costituisce un punto di forza. Anche l’Umbria è messa piuttosto bene: la sua reputazione è elevata. La dimostrazione più evidente sono stati gli articoli dalla stampa e i servizi delle Tv statunitensi nel 2013: ABC News, New York Time, e per ultimo l’autorevolissimo Washington Post. In concreto, gli stessi operatori registrano sui mercati esteri un crescente interesse per la nostra regione.

Il livello della ricettività alberghiera presenta poi punte di eccellenza mondiale: 3 strutture umbre (di Perugia, Norcia e Gubbio) sono tra le 3.500 in tutto il mondo che si sono aggiudicate il prestigioso riconoscimento Food and Beverage Reputation Awards 2013, attribuito da Res-Hospitality Business Developer con il patrocinio di AIFBM e in collaborazione con Trust You, STR Global e Locali Top. Tutto bene, dunque? Rosee prospettive future per l’Umbria turistica, che gravita ancora nel cono d’ombra di una crisi che nel 2012 ha dato, e 2013 sta dando, il peggio di sé, come dimostrano i dati di arrivi e partenze, che in 4 comprensori su 7 (Eugubino, Alta Valle del Tevere, Folignate e Perugino) hanno fatto registrare un pesante segno negativo?

Non proprio, o non necessariamente. Perché – ha sottolineato nel suo intervento il presidente provinciale Federalberghi Vincenzo Bianconi – l’enorme potenziale di mercato, soprattutto estero, va intercettato, l’interesse va alimentato e trasformato in prenotazioni: e qui il meccanismo si inceppa, qui emergono le criticità che rischiano di rendere affannosa la corsa del turismo umbro verso la ripresa e il rilancio definitivo, verso la trasformazione da “eterna promessa” a fondamento della ricchezza della regione.

Prospettando pure, nell’ipotesi peggiore, il rischio di “perdere il treno”. Troppo esigue sono infatti le risorse in dotazione specifica al settore per fare promozione e comunicazione in qualità e quantità adeguate a tramutare l’attenzione potenziale in business reale. E’ dunque ormai improcrastinabile dare sostanza alla promozione integrata, mettere a sistema anche le risorse di comparti – come l’agricoltura con il Piano di Sviluppo Rurale, o la cultura – rispetto ai quali il turismo è assolutamente trasversale e investire nella promozione del territorio nella sua globalità.

Bianconi ha dunque lanciato un appello forte a trasformare in azioni concrete la scelta politica della promozione integrata, che le istituzioni hanno più volte ribadito, anche al momento del trasferimento a Sviluppumbria delle competenze operative della vecchia Apt, con l’assessore regionale del Turismo a svolgere un ruolo di “regia”. Di fronte all’assessore regionale al Turismo Fabrizio Bracco, al presidente della Camera di commercio Giorgio Mencaroni, al direttore di Sviluppumbria Mauro Agostini, Bianconi ha evidenziato esitazioni ed incoerenze che non sono compatibili con le esigenze imposte dallo scenario economico: nel Dap-Documento annuale di programmazione della Regione, ad esempio, non si parla di promozione integrata.

E ancora: il comitato per la promozione turistica integrata previsto per legge ancora non è stato completato nei sui componenti, a quasi un anno dall’insediamento. Altro aspetto poco comprensibile: il piano di promozione turistica annuale, che dovrebbe per legge essere presentato entro il 31 ottobre, ancora non c’è, e sono anni che questi ritardi si susseguono. Tutti ostacoli – sostanziali e non solo formali – ad una convinta e coerente azione di sistema che ottimizzi l’impiego delle risorse a disposizione e che chiama in causa anche gli imprenditori del settore, a cui si impone un salto di qualità e un approccio sinergico al mercato. ”Se la considerazione che il mercato turistico ha dell’Umbria è positiva – ha detto ancora Bianconi – ci sono elementi che la possono inficiare: ad esempio l’introduzione della tassa di soggiorno, sulla quale rimane netta la contrarietà di Federalberghi, il livello di sicurezza, i collegamenti problematici, l’arredo urbano.

Le buone performance del turismo, capaci di influenzare positivamente tutti gli altri ambiti economici – in primis il commercio, perché il turista di qualità ha capacità di spesa che si esprime ad ampio raggio – dipendono a loro volta da una pluralità di fattori connessi tra loro. Perché – ha concluso Bianconi – è la destinazione, quindi il territorio, con l’aggregazione delle sue componenti, che fa la domanda, e non il singolo albergo. Il turista sceglie prima l’Italia, in Italia sceglie poi l’Umbria, in Umbria questa o quella città e questa o quella struttura ricettiva. Ma dobbiamo dargli le ragioni per fare questa scelta a nostro favore.

Ecco perché senza integrazione e ottimizzazione nel reperimento delle risorse, nella predisposizione del prodotto turistico, nella sua comunicazione e promo-commercializzazione si è destinati a rimanere ai margini della ripresa. E questo l’Umbria non se lo può permettere, perché significherebbe perdere una irripetibile occasione di ripresa e di svolta per l’economia locale, che nessun altro comparto oggi è in grado di offrire”. Le potenzialità del settore – ha ribadito nel suo intervento al Forum Marco Malacrida, esperto di benchmarking della società Str Global – sono enormi. La domanda è in forte crescita; anche nella crisi il turismo ha rappresentato un serbatoio di occupazione: in Italia negli ultimi 10 anni gli occupati sono cresciuti dell’11% , mentre quelli del manifatturiero sono calati del 12,5%.

“Eppure nel nostro paese – ha evidenziato Malacrida – invece di investire in un settore che ‘tira’ si preferisce ‘assistere’ settori in sofferenza. Con la ricchezza di bellezze che ha l’Italia – ha aggiunto – al turismo andrebbe destinato almeno il 20% degli investimenti, non poche briciole come accade ora. Stesso discorso vale per l’Umbria, la cui reputazione complessiva è di buon livello, e va però migliorata, potenziandone le singole componenti: una di queste, essenziale oggi, è la disponibilità diffusa di internet, ma anche i collegamenti infrastrutturali. Le potenzialità ci sono, bisogna seguire l’esempio dei migliori.

E mettersi a fare “i piazzisti” dell’Umbria nel mondo, consapevoli che il driver della domanda parte dalla destinazione e termina con la scelta dell’albergo, e non certo viceversa. Bisogna puntare all’eccellenza, alla fascia alta di mercato, che compra qualità ed esperienza, e che ha alta capacità di spesa. Non ha senso, infatti, fare concorrenza a realtà turistiche – Marocco, Tunisia, Egitto, tanto per fare alcuni esempi – che sulla leva del prezzo saranno sempre più competitive, perché il costo della mano d’opera è per loro irrisorio”.

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