
Perugia, mercato immobiliare: segnali incoraggianti dal residenziale
“Le previsioni degli operatori del settore dello scorso anno delineavano, per il 2021, uno scenario critico per il settore non residenziale ed alcuni segnali di ripresa del comparto residenziale.
Le percezioni hanno trovato effettivo riscontro nella realtà, connotata da un mercato residenziale nel complesso con segnali incoraggianti, a fronte di forti criticità che connotano mercati come quello direzionale e commerciale” – è quanto emerge dall’analisi del 1° Osservatorio Immobiliare 2022 di Nomisma dedicato ai mercati intermedi.
Fonte Ufficio Stampa
Nomisma
Il mercato residenziale
Il 2021 è stato un anno connotato da segnali di positività per quel che riguarda il mercato residenziale del capoluogo umbro. Sebbene la domanda sia orientata sempre più verso la fascia di prezzo medio-bassa e verso le periferie della città, ma non al di fuori del comune capoluogo, è forte la dipendenza dal mutuo ipotecario e dal credito. La domanda sempre più selettiva per metratura e presenza di dotazioni quali giardino o aree verdi condominiali evidenzia un’offerta carente di questi elementi e, quindi, non in grado di soddisfare le richieste di mercato. Le divergenze tra domanda e offerta rallentano le dinamiche di mercato. A tal proposito, i tempi medi di vendita (in media 6,5 mesi) e di locazione (in media 2 mesi), sebbene in contrazione su base annuale, sono al di sopra della media nazionale. Rispetto al 2020, lo sconto tra prezzo richiesto e prezzo effettivo è in calo (8% per il nuovo e 13,5% per l’usato).
Dopo anni connotati da segni negativi, prezzi e canoni rilevano aumenti nell’ordine del 2% su base annuale, senza particolari differenze relative allo stato di manutenzione. L’analogo andamento dei valori determina una tenuta dei rendimenti, ancora stabili al 5,9% con differenze tra le aree centrali (5,5%) e periferiche (6,2%) della città.
Il comparto non residenziale
Il mercato non residenziale di Perugia continua ad essere caratterizzato da dinamiche ancora non consolidate e lontane da una possibile ripresa del settore. Così come osservato a livello nazionale, uffici e negozi rilevano tendenze diverse da quelle evidenziate dal residenziale, denotando maggiori difficoltà.
Non deve trarre in inganno la contrazione dello sconto tra prezzo richiesto e prezzo effettivo che, seppur in calo, è tra i più alti della media nazionale (18% sia per gli uffici che per i negozi).
I tempi medi di locazione rimangono sui livelli del 2020 (8 mesi per gli spazi direzionali e 6,5 mesi per gli spazi commerciali), mentre le tempistiche di vendita si allineano alla media nazionale dei mercati intermedi (circa 10 mesi per entrambi i comparti). Sul fronte delle quotazioni, prezzi e canoni rilevano andamenti differenti. I primi, seppur con tendenze diverse, registrano ancora variazioni negative mentre i canoni, dopo molti anni di continue contrazioni, osservano un’inversione di tendenza, leggermente più accentuata per gli spazi direzionali (+0,8% su base annua, a fronte del +0,3% dei negozi).
Le diverse tendenze definiscono un aumento dei rendimenti lordi da locazione, generalmente più alti nelle aree periferiche della città rispetto alle zone centrali e, in entrambi i comparti, al di sopra delle rispettive medie nazionali.
Le previsioni sul mercato residenziale
Gli operatori del settore prevedono, per l’anno in corso, una tenuta dei prezzi e dei canoni a fronte di un incremento del numero di scambi. Gli eventi internazionali avranno inevitabilmente ripercussioni sull’economia nazionale e quindi anche nel settore immobiliare. Ad oggi non è semplice quantificare l’entità di tali effetti, motivo per cui diventa complicato delineare lo scenario futuro.
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