Sono scesi ancora in piazza per far sentire la loro voce e per chiedere il rispetto di un diritto basilare come quello al rinnovo del contratto nazionale. Sono i lavoratrici e lavoratori delle farmacie, sia private, sia pubbliche. Tutti considerati essenziali o addirittura eroici durante la fase più difficile della pandemia
Erano presenti in piazza in piazza Italia a Perugia, sotto la prefettura, insieme ai loro sindacati, Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs. Un contratto scaduto da 6 anni per le farmacie speciali (quelle pubbliche) e da addirittura 8 anni per quelle private e poi, i mancati accordi sull’allargamento delle mansioni nell’emergenza pandemica: test sierologici, tamponi e ora vaccini, che vengono effettuati ancora senza aggiornamenti delle condizioni di lavoro, nonostante il fatto che alle farmacie questi nuovi servizi vengano remunerati.
“Noi crediamo – affermano Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil – che lavoratrici e lavoratori delle farmacie (i cui stipendi, ricordiamolo, non sono certo faraonici) meritino rispetto e riconoscimento. Non si può chiedere soltanto: Federfarma e Assofarm si aprano al confronto con chi le farmacie le fa funzionare ogni giorno”. In Umbria sono 227 le farmacie private e 48 quelle pubbliche, oltre mille le persone che vi lavorano.
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