Spesa Solidale sciopero braccianti agricoli 21 maggio 2020

Spesa Solidale Perugia sciopero braccianti agricoli 21 maggio 2020

Spesa Solidale Perugia sciopero braccianti agricoli 21 maggio 2020

Oggi nei campi agricoli si incrociano le braccia, non si raccoglie né la frutta né la verdura che arriva sulle nostre tavole. Lo sciopero è contro la regolarizzazione “a tempo” dei migranti che lavorano nel settore agricolo. I richiedenti dovranno muoversi in un labirinto di regole e criteri complessi, per renderne difficile l’accesso, e sempre nel quadro legislativo dei decreti Sicurezza che sono ancora in vigore. Inoltre la temporanea regolarizzazione riguarderà soltanto il settore della cura agli anziani e quello agricolo, dove la speculazione da un lato e la mancanza di manodopera nei campi dall’altro hanno portato alla impennata dei prezzi di frutta e ortaggi e al timore di perdere i raccolti. Il Governo insomma vuole salvare i prodotti per non farli marcire, se marciscono le persone e i loro diritti non è affar suo. Questo dichiarano Aboubakar Soumahoro e gli attivisti dell’Usb.

Ai lavoratori e lavoratrici migranti e a quelli del settore agricolo in protesta va tutta la nostra solidarietà, e come Spesa Solidale vogliamo fare la nostra parte. Dall’inizio dell’emergenza, ma non solo, abbiamo visto quanto è insostenibile una vita al margine, l’abbandono nella povertà, il sentirsi tollerati solo se si è utili, strumenti e non persone. Non solo in agricoltura ma in tutto il mondo del lavoro lo sfruttamento, il lavoro nero e il caporalato non fanno distinzione fra uomini e donne, anzi per queste ultime è ancora più dura sopravvivere perché sono maggiormente sotto ricatto. Tutto questo non cambierà se non finirà lo strapotere della Grande Distribuzione che strozza piccoli agricoltori e braccianti.

Questo sistema infatti si regge perché la maggioranza delle persone può permettersi di mangiare solo acquistando al supermercato e al prezzo più conveniente. Ma il prezzo più basso rappresenta comunque un alto guadagno per le multinazionali del prodotto, che ricaricano enormemente sul prezzo dal campo al bancone e lo possono fare solo sulla pelle dei lavoratori agricoli.

Oggi la Spesa Solidale non la facciamo: invitiamo tutte e tutti a non acquistare presso la GDO.

L’uscita da questo sistema criminale però non si realizza in un giorno. Le nostre città e le nostre campagne conoscono il valore del cibo e del lavoro, perciò stiamo organizzando un gruppo di acquisto solidale e popolare aperto a tutti i produttori che vorranno condividere il progetto, con un occhio ai territori devastati dal profitto e vessati dai terremoti. Sosteniamo lo sciopero e autorganizziamoci dal basso per non permettere mai più a nessuno di lucrare sulle crisi.

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