
Fine anno drammatico, un ristorante su cinque chiuso
Ristoranti e alberghi inesorabilmente vuoti per questo fine 2021. Molte attività hanno deciso di chiudere, perché non ci sono prenotazioni e nemmeno si trova il personale, già carente prima del boom di contagi per la variante Omicron. “Ora la situazione è diventata drammatica: sono più i camerieri e i cuochi in quarantena che quelli che lavorano”, afferma Virgilio La Penna, Coordinatore di Tni Italia.
da Virgilio La Penna (Tnt Italia)
“Diversamente dal 2020, quando l’Italia, di questi tempi, era in zona rossa, in questa fine anno 2021 i ristoranti e i bar sono aperti. Ma non è cambiato nulla. E’ come se fossimo chiusi e un ristorante su cinque ha già scelto di rinunciare al cenone di Capodanno. Siamo in lockdown, #apertimavuoti, come recita l’hashtag che abbiamo lanciato sui social”.
“Se si va avanti così, non ci faremo chiudere. Tra pochi giorni saremo noi a chiudere le nostre attività, per protesta. Attività che valgono il 18 per cento del Pil nazionale, 46 miliardi di euro di valore aggiunto e danno lavoro a oltre un milione di persone”.
Ieri Tni Italia è stata convocata al tavolo ministeriale per il settore turistico. “Abbiamo illustrato al ministro del Turismo, Massimo Garavaglia, e al sottosegretario al Lavoro Tiziana Nisini le nostre 13 proposte per salvare il settore ricettivo e della ristorazione”, spiega Madeo. “Tra queste la proroga della cassa integrazione, che sarà probabilmente confermata dal consiglio dei ministri di oggi 30 dicembre. Al governo chiediamo anche che vengano prorogati tutti gli aiuti alle imprese fino alla scadenza dello stato di emergenza”.
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