Discoteca al Turreno e al Mercato Coperto, approvata in Commissione la proposta di FI

Discoteca al Turreno e al Mercato Coperto, approvata in Commissione la proposta di FI

Discoteca al Turreno e al Mercato Coperto, approvata in Commissione la proposta di FI

La III commissione consiliare Urbanistica, presieduta da Cristiana Casaioli, ha approvato, con 13 voti a favore ed un contrario (Tizi), l’odg presentato dal consigliere di FI Alessio Fioroni: “proposta di riapertura di locali per il pubblico spettacolo nel centro storico – superamento del piano economico commerciale del centro storico”.

Con questo atto, illustrato nel corso della seduta del 19 gennaio (il resoconto è disponibile su Perugia Comunica al seguente link https://perugiacomunica.comune.perugia.it/consiglio-comunica/commissione-urbanistica-discusso-lodg-sui-locali-per-pubblico-spettacolo-in-centro-storico/) e poi ulteriormente approfondito nel corso della seduta del 26 gennaio) il resoconto al seguente link: https://perugiacomunica.comune.perugia.it/consiglio-comunica/iii-commissione-nuova-seduta-dedicata-allodg-sullapertura-di-locali-in-centro-storico/) Fioroni propone di impegnare l’Amministrazione:

  • a rivedere il Piano Economico Commerciale del Centro Storico, prevedendo la possibilità di aprire, o trasferire in acropoli, locali con licenza di pubblico spettacolo, anche quando queste siano connesse al ballo, quando risultino ottemperate le prescrizioni di legge e contemporaneamente indirizzare i pubblici esercizi che operano nel centro storico in regime di liberalizzazione al rispetto effettivo degli standard minimi di abitabilità, decoro, sicurezza e convivenza con il contesto urbano circostante (emendamento aggiunto dal proponente dopo la discussione).
  • ad individuare, nell’area del Centro Storico, le zone più idonee ad ospitare tali attività (questo punto dopo la discussione è stato eliminato dal proponente in quanto non è possibile, sulla base della normativa vigente, la cosiddetta “zonizzazione”);
  • a prevedere un limite annuale, o biennale, al numero delle licenze di pubblico spettacolo, rilasciabili per l’area del Centro Storico.

DIBATTITO

Gianfranco Faina, presidente del tavolo delle associazioni del centro storico, ha riferito che già oggi esistono delle aree dell’acropoli ove vi sono difficoltà a far rispettare le regole da parte di alcuni esercizi commerciali che propongono, in un ambito di libera concorrenza, musica fuori dell’orario consentito con problemi per i residenti.

I residenti, infatti, vanno tutelati nei loro diritti (quiete e sicurezza) garantendo così la corretta vivibilità delle aree residenziali. Circa l’ipotesi di apertura di nuovi locali, Faina, nel chiedere lumi sulle dimensioni che essi dovranno avere, ha spiegato che l’ipotesi è possibile purché vengano posti specifici paletti che consentano di trovare un equo contemperamento tra esigenze diverse. Le priorità ed i conseguenti pericoli, secondo l’ospite, infatti sono di quattro specie: l’apposizione di regole chiare e da rispettare puntualmente; il rischio che si creino problemi legati a schiamazzi e ordine pubblico fuori dei locali; il rischio che locali di dimensioni importanti attraggano i traffici illeciti; il rischio che i locali possano attrarre investimenti non trasparenti.

Infine Faina ha sostenuto che l’apertura sarà possibile se verranno osservate due cautele attinenti la location e la gestione dei locali, comprensiva quest’ultima di adeguati presidi da parte delle forze dell’ordine.

Il capogruppo IPP Fabrizio Croce ha tenuto a precisare che il quadro normativo che disciplina il pubblico spettacolo distingue tra attività che hanno pubblico seduto (di solito cinema e teatri) ed attività con pubblico in piedi. Non bisogna quindi incorrere nell’errore di considerare pubblico spettacolo solamente i locali deputati al ballo, essendo il panorama ben più esteso.

Croce ha spiegato che le autorizzazioni vengono concesse sulla base di tre criteri fondamentali: la capacità di ricambio dell’aria, il numero delle uscite di sicurezza e la presenza o assenza di barriere architettoniche. La capienza invece non è un elemento dirimente, purché i locali rispettino gli standard minimi di abitabilità, sicurezza, livello igienico-sanitario e rispetto del contesto esterno che è dato anche dall’impatto acustico.

L’ente preposto a vigilare sul pubblico spettacolo è la Siae che verifica se in un locale le persone stiano in piedi o sedute: nel primo caso l’attività è parificata in ogni caso al ballo.

Croce ha poi spiegato che un locale di pubblico spettacolo è soggetto a collaudo preventivo sui temi del rumore, sicurezza, ecc. Ciò a differenza degli altri esercizi commerciali per i quali, con il deposito di una semplice scia, l’apertura e l’esercizio sono consentiti. Ecco spiegata la ragione per cui i locali di pubblico spettacolo rappresentano una garanzia di sicurezza e certificazione. Inoltre essi hanno l’obbligo di dotarsi di personale dotato di patentino abilitante al pubblico soccorso ed al pronto intervento; ciò abbatte al 100% i rischi di lavoro in nero. Insomma le prescrizioni imposte al pubblico spettacolo sono stringenti e numerose e sono garanzia di sicurezza e rispetto delle regole.

L’assessore alla sicurezza Luca Merli ha rimarcato che la previsione di una serie di attività dedicate al pubblico spettacolo in centro storico impone il rispetto meticoloso delle regole vigenti. Sul rispetto delle norme il compito di vigilare spetta e spetterà alla polizia locale ed alle altre forze dell’ordine sia dal punto di vista amministrativo, tramite i nuclei a ciò deputati, che dal punto di vista dell’ordine pubblico. Già oggi, va detto, controlli per evitare la cosiddetta “mala-movida” avvengono nell’acropoli soprattutto nei fine settimana. Ovviamente in caso di apertura di locali per il pubblico spettacolo il controllo interforze sarà esteso anche alla verifica del rispetto delle norme da parte di tali attività, pur rimarcando che ad oggi l’Amministrazione non è in grado di aumentare il numero degli agenti dedicati a tale servizio. Si ritiene comunque che gli agenti attualmente addetti a tali compiti siano sufficienti ad effettuare i controlli sul rispetto delle norme.

La consigliera M5S Francesca Tizi ha fatto proprie le perplessità del presidente Faina anche alla luce della sua lunga esperienza di residente nel centro storico. Da ciò emerge che per ottenere una tutela dei propri diritti, nei casi di violazioni da parte di pubblici esercizi, trascorrono molti mesi se non addirittura anni. Ciò amplifica le sofferenze dei cittadini violati nella propria vita e nella tranquillità. Tizi ha sostenuto come i funzionari del Comune nelle scorse sedute hanno spiegato che oggi non ci sono gli strumenti per poter garantire il controllo delle attività di pubblico spettacolo; è per questo che ha chiesto specifiche garanzie all’Amministrazione in tale senso al fine di poter condividere l’atto.

L’assessore Merli, a tal proposito, ha riferito che un aumento di personale della polizia locale e/o delle forze dell’ordine normalmente viene impiegato e garantito solamente in presenza di eventi e situazioni particolari e non per l’attività cosiddetta “ordinaria”.

Lo stesso Merli ha sostenuto che oggi non è pensabile di immaginare la riapertura in centro dei locali presenti nell’acropoli negli anni ’80 e ’90, in quanto sarebbero totalmente in contrasto con le normative vigenti relative ad abitabilità, decoro, barriere architettoniche ecc.

E’ quindi evidente che i nuovi locali, dotati di tutte le caratteristiche imposte dalla legge, saranno adeguati e tali da consentire di vivere la città in modo corretto.

Circa, invece, i controlli fuori dei locali, gli stessi verranno effettuati dalle forze dell’ordine così come avviene già ora indipendentemente dalla presenza o meno di locali per il pubblico spettacolo. E’ chiaro che un ruolo importante nella riuscita del progetto spetterà ai valori dell’educazione e del buon senso, sempre validi in centro come in periferia.

Merli ha comunque risposto a Tizi spiegando che oggi non è possibile assumere l’impegno di garantire una presenza al 100% degli agenti della polizia locale nei pressi di tutte le attività di pubblico spettacolo qualora queste dovesse tornare ad animare l’acropoli. Si cercherà ovviamente di fare il massimo, magari anche potenziando i servizi.

Per Nicola Paciotti (PD) l’ostacolo in questa partita è dato dalla contrapposizione tra gli interessi discordanti tra loro. Tuttavia occorre evitare che si giunga alle estremizzazioni e si ponga, invece, al centro del dibattito il tema cardine, ossia rispondere alla domanda su quale sia lo stato dell’acropoli e cosa si possa fare per migliorarlo. Paciotti ha spiegato che oggi l’unico modo per vivere il centro è farsi una “vasca” e bere qualcosa lungo la strada, perché mancano attrattive ed eventi. Bisogna domandarsi, dunque, se si vuole mantenere questo stato delle cose, oppure se si voglia dare ai giovani, e non solo a loro, qualcosa di più, ma nel pieno rispetto delle leggi. E’ quindi necessario investire sull’offerta culturale della città, con un piano di eventi e proposte che valorizzi l’acropoli e sia rivolta a tutte le fasce di età.

Francesca Renda (TPPU) da residente del centro ha ricordato i tanti locali che animavano la vita dell’acropoli in passato attraendo i cittadini da tutto il territorio. Era un modo sicuro per far trascorrere ai giovani le giornate evitando di utilizzare l’auto per raggiungere i locali delle periferie. Renda ha detto di ritenere, pertanto, che, sull’esempio di tante altre città italiane ed europee, sia opportuno consentire la presenza di locali nel centro, offrendo agli utenti eventi ed occasioni di socialità.

Se, infatti, il centro in passato è stato il fulcro del divertimento, può tornare ad esserlo.

Riprendendo la parola la capogruppo Tizi (M5S) ha precisato che nessuno è contrario alla rivitalizzazione del centro. Il problema è capire se il contemperamento di interessi diversi sia possibile e come. Su questo servono garanzie, compensazioni ed equilibri.

A fronte delle risposte fornite dall’assessore Merli, invece, emerge che queste garanzie non possano essere fornite ai residenti. Serve quindi sapere dove verranno aperti i locali, fino a che ora, se l’Arpa sarà in grado di aumentare il personale per i controlli sull’inquinamento acustico, ecc.

Il consigliere Gino Puletti (Progetto Perugia) ha evidenziato che al momento non è possibile rispondere alle domande di Tizi perché la commissione (e poi il Consiglio) è chiamata a dare un indirizzo politico; spetterà quindi a giunta e uffici entrare nel dettaglio e renderlo operativo.

Puletti ha detto di ritenere che i tempi siano adatti per portare avanti la proposta avanzata da Fioroni essendo vigente una normativa chiara e dettagliata che fissa regole precise. Puletti si è detto convinto che se l’Amministrazione proporrà azioni politiche corrette ciò contribuirà ad innescare un percorso virtuoso tale da favorire anche la residenzialità nonché la sana frequentazione dell’acropoli.

La presidente Cristiana Casaioli ha tenuto a spiegare che la revisione di un piano, come richiesto nell’odg, implica la necessità di seguire un iter fatto di analisi, studi e partecipazione. Delle garanzie richieste da Tizi, pertanto, si dovrà tenere conto necessariamente nel percorso che condurrà, ove fattibile, alla modifica del piano vigente.

E’ ora, secondo Casaioli, che si metta mano al centro storico con una nuova pianificazione che parta dall’esistente e porti ad uno sviluppo futuro che tenga conto delle esigenze nuove.

Gli strumenti di legge, infatti, ci sono: è quindi giusto sposare una visione del centro caratterizzata da maggiore vivibilità ed attrattività.

In replica Fioroni ha sostenuto che vi è un po’ di confusione tra ruoli e tempi.

Sui ruoli: il consiglio comunale ha un ruolo di mero indirizzo politico, poi spetterà a giunta ed uffici applicare la proposta. Sui tempi: vi sarà, purtroppo, molto tempo per discutere ed approfondire il tema a 360°, con l’auspicio tuttavia che possa rappresentare un punto fermo per la Perugia del domani. Perché il centro storico è di tutti non solo dei residenti.

I perugini ritengono che oggi l’offerta del centro sia limitata e che, dunque, vada ampliata e valorizzata nel rispetto di chi vi risiede.

Fioroni ha poi sostenuto che maggiore è la presenza dei cittadini in un’area e maggiore sarà il presidio sociale contro criminalità, insicurezza e malavita.

Per l’istante appare inaccettabile l’ostinata resistenza all’evidenza proposta da qualcuno: le garanzie, i patti non servono, perché, come detto da Croce, le regole già ci sono e sono molto dettagliate. Il rispetto delle stesse è e sarà garantito in tutti i modi possibili anche perché l’apertura di un locale di pubblico spettacolo richiede il preventivo collaudo (su inquinamento acustico, accessibilità ecc) senza il quale nessuna autorizzazione viene concessa.

Fioroni, oltre ai suoi emendamenti, ha accolto quello di Croce per inserire nel considerato la frase: “Sia necessario avere un ripensamento di visione e di politiche nel centro storico prevedendo anche negli spazi pubblici in via riqualificazione e in attesa di assegnazione come il Mercato Coperto e il Turreno la possibilità di avere le autorizzazioni di pubblico spettacolo”.

Respinto invece l’emendamento di Tizi, presentato la scorsa seduta, in quanto la zonizzazione, come detto prima, non è consentita

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