
Ventitré lavoratori sfruttati al negozio d’abbigliamento
Ventitré lavoratori sfruttati con turni raddoppiati rispetto al contratto, domeniche al lavoro senza maggiorazione maggiorazione e solamente due settimane di ferie all’anno, invece di quattro. La Procura della Repubblica di Perugia ha chiesto il rinvio a giudizio per l’amministratore di un negozio di abbigliamento di Corciano e due suoi collaboratori. La notizia è riportata sul Messaggero Umbria in un articolo a firma di Enzo Beretta.
I fatti vanno dal dicembre 2014 alla fine del 2017. I 23 lavoratori – scrive il Messaggero – venivano «assunti con contratti a termine, a condizione che lavorassero per 40 ore alla settimana, mentre l’orario lavorativo dichiarato nel contratto, e retribuito, sarebbe stato di 22/23 ore settimanali».
I lavoratori, inoltre, venivano «costretti a sistematiche prestazioni di lavoro tutte le domeniche in assenza delle dovute maggiorazioni retributive e compensazioni» mentre il godimento delle ferie era consentito solo per un paio di settimane nonostante il Contratto nazionale ne preveda quattro.
Da una dipendente – precisa il quotidiano – si è preteso che in occasione del matrimonio sfruttasse le ferie ordinarie anziché il «dovuto permesso specifico»: alla donna «non le sono state corrisposte per due mesi neppure le indennità di maternità erogata dall’Inps».
Gli imputati, che dovranno difendersi dall’accusa di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro, vengono difesi dagli avvocati Maurizio Capozzo, Vittorio Lombardo e Guglielmo Abbate. Lo faranno nel corso dell’udienza preliminare in programma nei prossimi giorni nel Palazzo di Giustizia in via XIV Settembre.
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