
Soldi per autorizzazioni cave, corruzione, difesa funzionario Regione, solo consulenze
Arrestati a Perugia per corruzione un funzionario della Regione Umbria ed un” imprenditrice di Perugia. In base a quanto riferito dagli inquirenti i due hanno quindi confessato la presunta remunerazione illecita dell” attività posta in essere “in modo sistematico” dal funzionario regionale per istruire e facilitare le procedure amministrative finalizzate al rilascio dell” autorizzazione a favore della società dell” imprenditrice che opera nel settore delle cave. La notizia è stata anticipata dal Corriere dell” Umbria e ricostruita ora in una nota degli stessi investigatori.
L” indagine è stata condotta dai carabinieri del Nipaaf di Perugia, il Nucleo investigativo di polizia ambientale agroalimentare e forestale, anche con l” ausilio di intercettazioni telefoniche. I militari hanno quindi intercettato l” incontro tra il funzionario pubblico e l” imprenditrice durante il quale – si legge in una loro nota – è avvenuto lo scambio della mazzetta.
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All’interno del veicolo del funzionario la busta ritenuta oggetto di scambio
I carabinieri del NiPAAF, coadiuvati da quelli della dalla sezione di pg, hanno trovato all” interno del veicolo del funzionario la busta ritenuta oggetto di scambio contenente 3.000 euro, arrestando in flagranza i due subito condotti in procura e interrogati dal pm titolare dell” indagine. In questa sede – riferiscono sempre gli inquirenti – confessavano la remunerazione illecita.
Dalle perquisizioni personali, dei veicoli, e delle rispettive abitazioni sono stati rinvenuti e posti sotto sequestro altre banconote in contanti telefoni cellulari, tablet e computer. Il giudice per le indagini preliminari ha poi convalidato gli arresti e applicato gli arresti domiciliari per il funzionario mentre la donna è stata rimessa in libertà. L” indagine è risultata collegata ad una precedente attività della Dda di Ancona (Tango & Cash) dalla quale sono emersi anche profili di illegalità riconducibili a Perugia ed in particolare al funzionario pubblico.
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La posizione della difesa del funzionario
“Le imputazioni provvisoriamente elevate a carico funzionario non integrano alcuna deviazione della funzione pubblica dalla sua natura abituale”: lo sottolineano gli avvocati Nicola di Mario e Amedeo Centrone, difensori del funzionari della Regione Umbria messo agli arresti domiciliari per corruzione. “Le prestazioni di consulenza essendo state rese dal nostro assistito al di fuori dell” orario di lavoro non hanno mai ritardato o interferito sul regolare svolgimento della attività di ufficio” aggiungono.
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Ci sono altri due episodi di presunta corruzione con altrettanti imprenditori,
“Del resto, la qualifica di istruttore direttivo posseduta dall” indagato – sostengono ancora gli avvocati Di Mario e Centrone -, autorizzando quest” ultimo ad eseguire una mera attività di raccordo tra gli enti e le molteplici figure istituzionali coinvolte nella gestione e nel rilascio del provvedimento autorizzativo unico regionale, non lasciava residuare a favore dell” agente alcuna prerogativa che potesse influenzare o condizionare l” iter di adozione degli atti amministrativi.
I compensi percepiti, dunque, non rivestono alcun carattere di illiceità penale poiché gli stessi se, da un lato, appaiono svincolati dall” esercizio della funzione pubblica, dall” altro, trovano la loro causale giuridica in un rapporto di opera intellettuale”.
Ci sono altri due episodi di presunta corruzione con altrettanti imprenditori, oltre a quello per il quale è stato messo agli arresti domiciliari, agli atti dell” indagine a carico del funzionario della Regione Umbria messo agli arresti domiciliari nell” ambito di accertamenti condotti dai carabinieri del Nucleo investigativo di polizia ambientale agroalimentare e forestale coordinati dalla procura del capoluogo umbro.
L” uomo è stato bloccato per avere svolto “in modo sistematico” un” attività per istruire e facilitare le procedure amministrative regionali finalizzate al rilascio dell” autorizzazione a favore della società dell” imprenditrice che opera nel settore delle cave, sorpresa con lui e poi rimessa in libertà. Cercando di passare inosservati confondendosi nella fila di un negozio la donna – secondo la ricostruzione degli inquirenti – ha passato al funzionario 3 mila euro poi recuperati dagli investigatori.
Parte di una ” mazzetta” da 15 mila euro, 12 mila dei quali – sempre in base all” accusa – già versati. I carabinieri si sono presentati all” incontro dopo avere sentito un colloquio sospetto al telefono tra l” imprenditrice e il funzionario. Questi era già intercettato nell” ambito di un” indagine avviata dalla Dda di Ancona (Tango & Cash) dalla quale erano cui emersi anche presunti profili di illegalità riconducibili al funzionario pubblico. Di qui il trasferimento del fascicolo alla procura di Perugia, guidata da Raffaele Cantone. Nonostante questo il funzionario – ipotizzano gli inquirenti – avrebbe continuato la presunta attività illecita. Nel fascicolo vengono contestati al funzionario altri due presunti episodi illeciti, come detto, con altrettanti imprenditori. La polizia giudiziaria sta conducendo ulteriori accertamenti e non vengono esclusi sviluppi dell” indagine.
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Il Movimento 5 Stelle: “Senza parole per quanto accaduto in Umbria”
“La notizia dell” arresto di un” imprenditrice perugina e di un funzionario della Regione Umbria per reato di corruzione lascia senza parole. Come riporta il Corriere dell” Umbria, cito testualmente, ” i due sono stati sorpresi durante lo scambio di tremila euro nel parcheggio di un esercizio commerciale” . Di mezzo pare ci siano affari che riguardano procedure autorizzative di cave non solo umbre ma anche di altre Regioni. Ringrazio la Procura di Perugia per il lavoro svolto, che ha reso possibile scoprire e portare alla luce quello che sembra un vero e proprio sistema criminale”.
Così in una nota la senatrice M5S, Emma Pavanelli.
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