Omicidio via Oberdan a Perugia, 30 anni a Renate Kette
PERUGIA – Trent’anni di carcere con l’aggravante dei futili motivi e della minorata difesa. E’ questa la condanna inflitta a Renate Kette per l’omicidio volontario della 73enne Danielle Caludine Chatelain, in una palazzina in via Oberdan a Perugia, avvenuto lo scorso 27 maggio 2016. Giudicata con rito abbreviato, oggi pomeriggio è arrivata la sentenza. Il pm Giuseppe Petrazzini, titolare delle indagini insieme ad Annamaria Greco, aveva chiesto per la Kette trent’anni di reclusione, mentre la difesa l’esclusione della crudeltà, dei futili motivi e il riconoscimento delle attenuanti generiche.
Perché Renate Kette uccise, nel maggio 2016, la povera 73enne? Secondo la versione della Kette le fu chiesto di allontanarsi dall’abitazione in cui viveva ormai da anni insieme alla donna e alla figlia di lei. L’idea di finire in mezzo alla strada e trovarsi senza famiglia, le avrebbero fatto letteralmente perdere la testa. A seguito di un litigio l’avrebbe dunque spinta giù per le scale causandole accidentalmente la morte.
Anziana morta in via Oberdan a Perugia, arrestata amica figlia [FOTO E VIDEO]
E’ stata posta in stato di fermo dalla polizia con l’accusa di omicidio in conseguenza di percosse, Renata Kette, la 53/enne apolide ma originaria dell’Albania che era con la donna trovata morta oggi in casa a Perugia. La donna è stata rinchiusa nel carcere di Capanne a Perugia. Lo ha appreso l’ANSA dal difensore della donna, avvocato Saschia Soli. La persona fermata è un’amica della figlia della vittima, a sua volta morta da qualche tempo, dopo una malattia. Di tanto in tanto la donna faceva compagnia all’anziana vittima, una donna di 73 anni. L’omicidio di Claudie Daìnielle Chatelin di origini svizzere, è avvenuto all’interno del suo appartamento in via Oberdan 50 in centro storico. Sul corpo della vittima, secondo quanto trapela dalla ricognizione cadaverica, ci sarebbero delle ferite diverse da quelle che una persona si potrebbe procurare cadendo dalle scale.
Il suo corpo è stato, infatti, trovato in fondo ad una scalinata. Al momento della tragedia, in casa, con l’anziana signora, c’era la badante, che è stata, poco dopo le 12,30 accompagnata in questura. L’interrogatorio da parte del Sostituto procuratore della Repubblica, Giuseppe Petrazzini e poi il dispositivo di fermo per omicidio come conseguenza di altro reato, le percosse, appunto. A dare l’allarme, poco prima di mezzogiorno, sarebbe stata la stessa donna che accudiva Claudie Daìnielle Chatelin.
Sul posto era arrivata la polizia, la scientifica, il medico legale e, appunto, il pubblico ministero Giuseppe Petrazzini. La vittima, sposata con un italiano, viveva sola ed era molto conosciuta nel quartiere. Con sé la donna aveva un cane e cinque gatti, che sono stati portati via da una pattuglia della polizia veterinaria. Gli investigatori della squadra mobile, al seguito del vicequestore aggiunto, Marco Chiacchiera, hanno sentito a lungo i vicini di casa. L’appartamento dove la donna è stata trovata morta si trova al primo piano dello storico edificio che si affianca alla struttura dell’antico ospedale perugino. Si tratta di un condominio abitato da una dozzina di nuclei familiari, con un grande portone in legno che immette in un atrio sovrastato da delle arcate. Sul posto, come detto, anche il capo della mobile Marco Chiacchiera che ha lasciato il palazzo attorno alle 12.45, cinque minuti dopo che una macchina della polizia aveva caricato la badante sull’auto per portale in questura a Pian di Massiano. Questa mattina, intorno alle 9,30, proprio davanti al palazzo, in via Oberdan 50, era stata vista arrivare un’ambulanza.
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